“Decida Conte: se vuole cacciarci, basta dirlo. Se vuole tenerci, lavoriamo. Nell’uno e nell’altro caso noi non votiamo il pasticcio prescrizione: le idee vengono prima delle poltrone”. È irremovibile il leader di Italia viva Matteo Renzi e in una intervista al Corriere della Sera ribadisce la posizione sua e del suo gruppo in materia di giustizia. E nel caso in cui in Consiglio dei ministri il compromesso dem-5S dovesse diventare un decreto “noi non lo voteremo”, taglia corto Renzi. L’unica alternativa, per il leader di Iv, è che se dovesse arrivare nell’Aula del Senato dove i voti del suo gruppo sono determinanti, “cercheremo di modificarlo con gli emendamenti” e “nel caso in cui non ci riuscissimo voteremo contro”, ribadisce l’ex premier al Corriere.
"La forzatura viene dai giustizialisti"
Per Renzi “forzare sulla prescrizione è oggettivamente assurdo in un momento nel quale abbiamo il coronavirus, l’incidente del Frecciarossa, il Pil negativo” e in ogni caso, precisa l’ex premier, “la forzatura viene dai giustizialisti, non da noi. Noi non stiamo forzando: abbiamo solo chiesto di prenderci tempo con il lodo Annibali”. Ovvero, un anno per riflettere sulle soluzioni migliori mentre “gli altri invece insistono sulla bandierina Bonafede”.
Circa la voce che si è diffusa ieri e secondo la quale i tre ministri di Italia viva si dimetterebbero e il gruppo Renzi passerebbe all’appoggio esterno, il leader risponde che “noi non vogliamo far dimettere nessuno, vogliamo lavorare” ma precisa anche che “se per fare il ministro dobbiamo rimangiare secoli di civiltà giuridica si sappia che non abbiamo problemi a fare un passo indietro”. Dunque? Dunque, “decida Conte”, anche se Renzi tiene a ribadire che “lo abbiamo detto quando ancora eravamo nel Pd. Allora addirittura abbiamo detto che la legge Bonafede era incostituzionale e abbiamo posto in aula persino la pregiudiziale di costituzionalità”.