Luigi Di Maio lasciare capire che in quanto capo politico M5s preferisce anche in questo caso non partecipare al voto su Rousseau relativo alla moratoria elettorale per preparare gli Stati Generali del Movimento. Di Maio, a L'Aria che Tira su La7, fa però anche notare che "se il Movimento si mette in discussione, dopo 10 anni, per definire gli obiettivi per i prossimi 10 anni, visto che in Italia si vota ogni 3 mesi, quando la macchina elettorale si mette in moto, per noi che siamo senza finanziamento pubblico e struttura di partito, significa che si lavora solo per quello...".
Di Maio spiega dunque che "come capo politico scelgo di votare meno possibile, per evitare di prendere parte per una scelta o per l'altra. Preferisco invece chiedere agli iscritti quale sia la direzione da prendere, come capo politico. Penso che gli uomini soli al comando li abbiamo già visti, così gonfiati come palloni che poi - ironizza - scoppiano. Io invece credo che le decisioni si prendano con gli iscritti, anche perché i più grandi errori li ha fatti sempre decidendo da solo".
Il più grande dei quali, sottolinea, è stato "fidarmi del fatto che il precedente governo potesse andare avanti con la Lega". Altra stoccata a Salvini, legata alla battaglia sulle Regionali: "Ma se uno stava già al governo e se ne è andato perché non trovava 30 miliardi per la manovra, perché deve tornarci vincendo in una Regione? E' l'arte dei pazzi, come si dice dalle mie parti...". "A pochi - attacca Di Maio - interessa l'Emilia o la Calabria ma vedere come finisce questa partita di calcio per vedere poi chi comanda a Roma". E si torna al lavoro per il rilancio di M5s. "Vogliamo andare alle regionali? Bene ma diciamoci anche che se lo facciamo poi non avremo tempo, ancora una volta, per gli Sati Generali".