Roma - Il presidente della Repubblica è come un arbitro. Se le cose filano lisce neanche si nota in campo, ma alla prima irregolarità interviene per regolare il gioco. E' il 28 novembre, esattamente una settimana fa, quando il capo dello Stato Sergio Mattarella si trova a spiegare il delicato ruolo del presidente della Repubblica a una scolaresca. "Avete presente le partite di calcio?", dice alla platea degli studenti delle scuole secondarie incontrati al Quirinale. Fuor di metafora, con la sconfitta al Referendum e le dimissioni di Matteo Renzi, Mattarella vestirà ora proprio i panni dell'arbitro, dovendo affidare l’incarico per un governo che traghetti il Paese verso le elezioni e che porti a casa la nuova legge elettorale.
Per capire quali 'armi' può utilizzare per riuscire nell'impresa, torniamo alla risposta data a uno studente della terza B della scuola secondaria Carlo Agostino di San Martino di Lupari: "Quando il gioco si svolge regolarmente, senza falli e senza irregolarità, l'arbitro neppure si nota, quasi non ci si accorge che sia in campo, interviene soltanto per regolare quando le cose non vanno. Questo è un po' il mio compito - spiega Mattarella - questo avviene spesso con due attività: esortazione e suggerimenti, cioè attraverso la persuasione. Quindi è un lavoro che in larga parte non si vede perché non si fa con i proclami. La persuasione è più efficace se non viene proclamata in pubblico".
La palla dunque è passata all'arbitro Mattarella. Garante della transizione riconosciuto come tale anche dall'opposizione, dal Movimento 5 Stelle a Sinistra italiana.