di Barbara Tedaldi
Roma - Il referendum si terrà come previsto il 4 dicembre. Matteo Renzi ha stoppato il dibattito su un possibile rinvio della consultazione sulle riforme costituzionali in modo secco: "non esiste". Nonostante, in mattinata, il ministro dell'Interno e leader Ncd, Angelino Alfano, avesse aperto all'ipotesi in caso di richiesta delle opposizioni.
La proposta era stata avanzata due giorni fa da Pierluigi Castagnetti, esponente del Pd favorevole al Sì.
PERCHE' L'IPOTESI DEL RINVIO
- Il perdurare dell'emergenza terremoto
- La necessità di un clima di concordia politica
Il presidente del Consiglio aveva già smentito l'ipotesi, ma stamane Alfano ha rilanciato l'idea. Nessuna decisione o proposta da parte del governo, ha spiegato il ministro ma "qualora una parte dell'opposizione fosse disponibile a valutare una ipotesi di questo genere, io sono convinto che sarebbe un gesto da prendere in altissima considerazione".
IL NO DELLE OPPOSIZIONI
Ma dalle opposizioni è partita immediatamente una selva di 'no' all'ipotesi di rinvio. Forza Italia, Lega, M5s e Sinistra italiana hanno bocciato senza appello l'idea. "La posizione di Forza Italia è chiara e cristallina: rinviare la consultazione costituzionale sarebbe da folli e irresponsabili" ha chiarito il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, seguito a ruota da Stefano Parisi e dai vertici della Lega. "Non si azzardino a strumentalizzare le vittime del sisma per i loro loschi fini politici e ad usarli come scusa per rimandare una votazione che vede Renzi perdente" è stato l'altolà dei parlamentari M5S. Ipotesi "strumentale" hanno tagliato corto i capigruppo di Sinistra italiana di Camera e Senato Arturo Scotto e Loredana De Petris.
LO STOP DI RENZI
Palazzo Chigi ha fatto trapelare una prima smentita informale, poi e' sceso in campo il presidente del Consiglio in persona per chiarire una volta per tutte: "Il ministro Alfano sta facendo un ottimo lavoro, ma l'ipotesi di un rinvio non esiste. Non perdiamo tempo in queste vicende". E ancora: "E' un dibattito surreale: pur di non parlare del referendum una volta la settimana c'e' un argomento a piacere su cui si discute,evitiamo di incrociare referendum e terremoto: non hanno niente a che vedere". Quanto al referendum Renzi ha fatto presente che chi deve governare "lo decidono le elezioni, non il referendum": "se vince il no l'Italia perde un'occasione. Se vince il sì si semplifica, quello che faccio io è secondario, il mio destino personale vale molto meno della riforma costituzionale". (AGI)