Trapani - La riforma costituzionale ma anche l'Europa. Sbarcato in Sicilia per esporre le ragioni del Sì al referendum del 4 dicembre, Matteo Renzi non rinuncia a parlare dei temi sul tavolo dell'Unione Europea. Anzi, gli argomenti sono intrecciati, a suo giudizio. "La riforma istituzionale non è il nostro traguardo, ma il punto di partenza anche per cambiare l'Europa. Serve a dire al mondo che l'Italia è più semplice e che le riforme strutturali servono pure all'Europa", sottolinea il premier.
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"BASTA MURI E CHIACCHIERE", IL MONITO A BRUXELLES SUI MIGRANTI
"Chi costruisce un muro, finisce per intrappolarcisi dentro", è il monito che Renzi lancia all'Ue durante il suo intervento alla convention del Pd a Trapani. L'argomento, naturalmente, è l'emergenza migranti che vede i siciliani in prima linea. "In Europa son tanto bravi a parlare, ma non si rendono conto il significato di essere in prima linea e che servono soluzioni radicali. Lo sapete bene voi a Trapani, e in Sicilia, la drammaticità della contraddizione di chi, dopo essere stato salvato, come le popolazioni dell'Europa dell'Est, adesso costruiscono nuovi muri, senza muovere un dito verso le tematiche della migrazione. A certe potenze europee che aprono le bocche ma chiudono le porte, mostrerei la vostra civiltà sulla tematica immigrazione, ma certamente non può continuare cosi'". L'argomento scatena l'ira di alcuni contestatori. E il presidente del consiglio replica: "La democrazia permette anche questo, ma è una tristezza, meglio il dialogo. Deve essere una vita terribile quella di chi si lamenta soltanto".
"D'ALEMA LE RIFORME NON LE HA FATTE, IO SI'"
Quindi Renzi torna a parlare del referendum e non manca di lanciare l'ennesima stoccata a Massimo D'Alema, secondo cui "soltanto le persone molto anziane" voteranno sì. "Trent'anni di tentativi di riforme a vuoto. Il governo D'Alema, il patto della crostata D'Alema-Berlusconi, l'articolo V, poi l'esecutivo Berlusconi, la commissione dei saggi... Sono trent'anni che dicono che devono essere superate certe cose. Cosa è cambiato da trent'anni a ora? Che noi ce l'abbiamo fatta. Abbiamo convinto i senatori... E adesso c'è questo referendum", afferma. "L'obiettivo della variegata alleanza di quelli che dicono no - D'Alema, Berlusconi, Monti, Dini, Fini, Cirino Pomicino - che hanno repentinamente cambiato idea, non è quello di non cambiare la Costituzione, ma di mettere in discussione il governo e di riprendersi quel ruolo che abbiamo tolto loro perché non sono stati in grado di cambiare le cose. Hanno fatto inciuci e commissioni e tutto è rimasto uguale. Ma noi vogliamo il futuro non il passato. La riforma non è un traguardo, è il punto di partenza per un nuovo Paese. Vogliamo che si rimetta in gioco, in moto e non che continui con le stesse facce degli ultimi 30 anni. Vogliamo fare andare veloce questo Paese superando i suoi blocchi", aggiunge, riconoscendo che "si puo' sbagliare nella vita, si può non farcela come è successo alla sonda Schiaparelli, si può non raggiungere fino in fondo l'obiettivo, ma quello che è fondamentale è non rimanere nella palude e mettersi a correre".
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"A TAORMINA ACCOGLIEREMO I GRANDI DELLA TERRA"
Il premier è quindi giunto a Taormina per presentare ufficialmente il logo del G7, in programma a maggio nella suggestiva località della provincia di Messina. "Il Teatro antico di Taormina accoglierà i grandi della Terra all'apertura del G7 in programma il 26 e 27 maggio 2017", ha annunciato. Il simbolo, molto essenziale, sarà proprio il teatro greco, reso in forma stilizzata con la scritta G7 2017 - Taormina. "Accogliendoli in questo teatro vogliamo dare il senso certamente dell'importanta delle questioni geopolitiche da affrontare, ma anche indicare un orizzonte diverso".
"L'accoglienza lascerà tutti senza parole", ha assicurato Renzi che ha spiegato: "Il teatro è il centro di tutto perché imposteremo il G7 anche sui temi dell'educazione, della cultura e dell'identità italiana e siciliana". Il premier ha anche parlato del programma e del concerto del 26 maggio: "Qui c'è chi dice che non si può fare a meno di Bellini, ma anche Mascagni ha un suo perché e la Cavalleria rusticana non ci starebbe male, essendo peraltro legata a un territorio limitrofo". (AGI)