Restituire efficienza al sistema giudiziario, dal civile al penale, con risorse che segnano una decisa inversione di tendenza rispetto al passato, grazie a nuove assunzioni e riqualificazione del personale amministrativo e fondi cospicui per l'informatizzazione. È stato questo l'obiettivo al centro del lavoro che, con il metodo del confronto tra operatori della giustizia, il ministro Andrea Orlando, dal 2014 a oggi, ha messo a punto, riuscendo a portare ad approvazione la gran parte delle riforme annunciate all'inizio del suo mandato: la più recente, e significativa, quella che tocca il processo penale, disciplinando con nuove regole anche la prescrizione dei reati e la materia delle intercettazioni telefoniche.
La riforma del processo penale
La nuova legge, entrata in vigore la scorsa estate dopo un lunghissimo iter parlamentare, introduce nuove misure di giustizia riparativa, aumenta le pene per furti e rapine, rivede il meccanismo delle impugnazioni e prevede, con una delega, di riformare il sistema penitenziario, nell'ottica del carcere come "extrema ratio", e l'incentivazione di misure alternative, che si vanno ad aggiungere alla messa alla prova, attuata già da tempo, tra i benefici per i condannati.
Da non dimenticare la depenalizzazione di numerosi reati, con sanzioni amministrative al posto di quelle penali - i cui proventi vengono inseriti in un fondo per la tutela delle vittime di reato - la particolare tenuità del fatto e gli sforzi che il Governo ha compiuto per fronteggiare l'emergenza sovraffollamento carceri (benché i numeri dei detenuti da qualche tempo stiano di nuovo aumentando), nonché la previsione di un indennizzo per chi ha vissuto in cella in condizioni "degradanti", senza avere a disposizione uno spazio di almeno 3 metri quadrati, come sancito dalla Corte di Strasburgo.
E ancora: le misure anticorruzione, il voto di scambio politico-mafioso, la reintroduzione del falso in bilancio, il nuovo reato di auto riciclaggio, la recente riforma del codice antimafia. In questa legislatura, sul fronte penale, sono stati introdotti anche il reato di tortura, quello di negazionismo e l'omicidio stradale; è stata approvata - nel 2015 - una legge sugli ecoreati ed è stato rafforzato, con la riforma del 2016, il contrasto al fenomeno del caporalato.
Le riforme per la giustizia civile
Non meno importanti le riforme di Orlando per la giustizia civile: l'introduzione del processo telematico 3 anni fa (ora l'informatizzazione inizia a investire anche il settore penale), le misure per l'abbattimento dell'arretrato, l'avvio dell'ufficio per il processo, la negoziazione assistita e la riforma del fallimentare. "Rivoluzionarie", poi, le nuove leggi in materia di famiglia: dalla possibilità di separazioni e divorzi non più davanti al giudice, ai decreti attuativi per le unioni civili. Il dibattito politico è stato talvolta "acceso" sulle leggi riguardanti i magistrati: dalla nuova responsabilità civile, più severa rispetto al passato, al "taglio" delle ferie, alla riduzione a 70 anni dell'età pensionabile per le toghe, alla riforma della magistratura onoraria.
Su immigrazione e terrorismo, assieme al Viminale, il ministero di via Arenula ha lavorato introducendo sezioni specializzate per i fascicoli sui migranti e affidando al procuratore nazionale antimafia anche le competenze antiterrorismo.
Quanto all'Ue, l'impegno del ministro Orlando verso la creazione di una Procura europea è stato serrato e una riforma ha interessato anche il libro del codice di procedura penale dedicato alla cooperazione giudiziaria. Nel decreto fiscale, convertito in legge a inizio dicembre, è stato infine introdotto l'equo compenso, ossia il diritto dei professionisti a ricevere un compenso proporzionato alla prestazione e al lavoro svolto.