Il Libro Bianco per la sicurezza internazionale e della difesa; il riordino delle carriere militari; la Difesa europea; le missioni in Italia e all'estero sul fronte della sicurezza in collaborazione con le forze di polizia, della lotta al terrorismo dell'Isis e del contrasto al traffico di esseri umani lungo le rotte marittime. Sono tra i principali passaggi che in questa legislatura hanno caratterizzato l'attività del dicastero della Difesa dapprima guidato da Mario Mauro, dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 con il governo Letta, e poi da Roberta Pinotti, nominata con il governo Renzi e riconfermata nell'esecutivo Gentiloni. Ministro quest'ultimo che ha senza dubbio ereditato la gran parte delle incombenze e affrontato l'emergenza terrorismo che intanto si sviluppava, e si sviluppa, con modalità non più convenzionali ma di tipo "diffuso" e quindi ancor più complicato da anticipare e contrastare.
È proprio nella fase di responsabilità affidata a Pinotti che il dicastero di via Venti Settembre registra un'accelerazione su alcuni temi considerati chiave per un sistema difesa - anche nelle sue diverse articolazioni - il piu' avanzato possibile. E il Libro Bianco per la sicurezza internazionale e della difesa ne è l'espressione più significativa - anche se il disegno di legge è ancora in fase di approvazione - perché consentirebbe di consegnare al Paese uno strumento più efficace ed efficiente nel fronteggiare le attuali sfide, anche grazie alle razionalizzazioni di spesa che porterà tale innovativa connotazione interforze, pur salvaguardando le peculiarità delle nostre singole forze armate.
L'impegno internazionale
C'è poi il tema della Difesa europea, dove l'impegno italiano ha permesso di costituire il "Fondo europeo per la difesa" e inoltre lanciare la Cooperazione permanente strutturata (PESCO - Permanent Structured Cooperation). Sul piano più prettamente operativo, ecco Strade Sicure, in vigore dall'agosto del 2008: oggi sono circa 7.000 i militari impiegati nelle diverse realtà. L'operazione Mare Sicuro nasce invece con l'aggravarsi della minaccia terroristica, potenziando il dispositivo aeronavale dispiegato nel Mediterraneo centrale, che opera in un'area di mare di circa 160.000 km quadrati, prospiciente le coste libiche. E ancora: l'operazione EUNAVFORMED-Sophia, con la Difesa italiana presente nelle acque internazionali limitrofe alle coste libiche e che fornisce il Comando operativo, situato a Roma.
Sul fronte della lotta contro l'Isis, la missione "Prima Parthica" e la missione "Praesidium". Infine la Libia: l'Italia dà il suo supporto per la stabilizzazione del Paese mediterraneo fornendo assistenza sanitaria alle forze libiche impegnate nel contrasto all'Isis con una struttura ospedaliera campale militare interforze a sostegno dell'ospedale civile di Misurata; assicurando assistenza logistica alla Guardia costiera e potenziando le attività di "Defence Capacity Building" (marittimo e terrestre), presupposti ineludibili per una strategia mirata a contrastare efficacemente i fattori di instabilità.