Per far quadrare i conti con l'Ue, il governo conta di raccogliere più soldi dal taglio delle pensioni d'oro, dalle dismissioni immobiliari e dalle modifiche a quota 100 e al reddito di cittadinanza: lo ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio in un forum con il Fatto Quotidiano. Di Maio ha riconosciuto che la crescita del Pil nel 2019 potrebbe essere inferiore all'1,5% stimato ma ha assicurato che investimenti e platee delle misure non cambieranno.
"Purtroppo la discussione con l'Europa è sul deficit e non sul livello di Pil, e questo già dice molto della situazione attuale", ha osservato il vicepremier, "detto questo, l'unico motivo per scendere dall'1,5 potrebbe essere legato alla frenata dell'ultima parte dell'anno, causata principalmente dalle esportazioni. Ma il livello degli investimenti e le platee delle nostre misure non verranno toccati".
Quota 100 costerà meno
Dalle stime tecniche su quota 100 e reddito di cittadinanza emerge che "a platea invariata costeranno di meno", ha spiegato Di Maio. "Il reddito, per esempio, costerà 1,2 -1,3 miliardi in meno perché parte a marzo, anche se le pensioni di cittadinanza e di invalidità arriveranno da febbraio. Invece per Quota 100, considerato il divieto di cumulo, abbiamo 2 miliardi e qualche centinaio di milioni in meno". Inoltre "preleveremo molti più soldi dalle pensioni d'oro. Oltre al taglio in tre scaglioni, 20, 35 e 40 per cento, ci sarà il raffreddamento, cioè non adegueremo al tasso di inflazione le pensioni d'oro. E in questo modo contiamo di recuperare oltre un miliardo. Infine, ci sarà la dismissione degli immobili, che venderemo non più a prezzo catastale ma a prezzo di mercato".
Quanto alla trattativa con l'Ue, Di Maio ha sottolineato che "se fossimo partiti dal 2, ora saremmo all'1,5": "Noi vogliamo evitare la procedura di infrazione, ma senza tradire le promesse fatte agli italiani. In questa manovra ci sono anche molti fondi e agevolazioni per le imprese".
Reddito di cittadinanza a 5 milioni di persone
Sul reddito di cittadinanza il governo stima una platea di "oltre 5 milioni", di cui "due terzi sono composti da gente che ha qualche entrata", "ma prevediamo almeno dieci milioni di richiedenti". "Tutti dovranno certificarsi tramite l'identità digitale, la Spid", ha aggiunto, sottolineando che "sarà tutto informatizzato, con l'identità digitale. Chi è povero spesso non ha Internet. Ci saranno punti Internet disponibili".
"Da gennaio un sito Internet dirà a tutti che dovranno preparare entro marzo i documenti necessari da caricare sul portale per chiedere il reddito, a partire dal certificato dell'Isee". Le tessere per spenderlo "saranno normali tessere Poste Pay, con un microchip intelligente che impedirà di usarle per spese come il gioco d'azzardo".
"Il reddito servirà anche per riqualificare le persone, rendendole appetibili per le imprese o ad irittura per renderle imprenditori", ha spiegato il vicepremier, "chi vorrà aprire un'impresa potrà prendere il reddito per 5 mesi come sgravio. Mentre chi assume lo prenderà per 5 mesi, 6 se assumerà una donna". "Il giorno in cui ci sarà il primo cittadino che percepisce il reddito io vorrò festeggiare di nuovo", ha assicurato Di Maio, "magari non su quel balcone" ha aggiunto alludendo alle polemiche riaffiorate nei giorni scorsi.
Fondi sovrastimati anche per la Lega
Che i fondi per i provvedimenti bandiera del governo fossero sovrastimati è una tesi sposata anche dalla Lega. "Sicuramente tutte le manovre che abbiamo promesso noi riusciamo a farle", afferma Lucia Borgonzoni, parlamentare della Lega e Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ad Agorà Rai Tre,"erano state sovrastimate, l'avevamo già detto sin dall'inizio, perché, comunque, per dire, su quota 100 noi dovevamo prendere tutta la platea, mettere i fondi e accantonare per tutta la platea dal 1 gennaio, quando avevamo già detto che non si sarebbe attuata... E' un'opzione. Noi probabilmente immaginiamo che non andranno tutti".