Settimana decisiva per i due dossier cruciali della fase post voto europeo del governo Conte: la procedura di infrazione Ue per deficit eccessivo e le intese con Lombardia, Veneto ed Emilia-romagna sull'autonomia differenziata. Lunedì primo luglio è convocato un Consiglio dei ministri alle 18 per il via libera alla legge sull'assestamento di bilancio e al piano messo a punto dal Tesoro per evitare la procedura di infrazione alla vigilia della riunione della commissione Ue a Strasburgo che deciderà se proporre o meno il cartellino rosso per l'Italia.
In caso di via libera la parola finale spetterà all'Ecofin in programma il 9 luglio. Il premier e il ministro Tria hanno presentato la proposta italiana ai partner europei a margine dei lavori del G20 e il consiglio europeo straordinario sulle nomine in programma stasera sarà una ulteriore occasione di confronto per Giuseppe Conte.
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Sul piatto l'Italia offre a Bruxelles una riduzione del deficit 2019 dal 2,4% indicato nel Def al 2,1-2%. La strategia del Tesoro punta sui risparmi congelati di due miliardi derivanti dai tagli ai ministeri e previsti dalla legge di bilancio, sulle maggior entrate della fatturazione elettronica, sui dividendi delle partecipate e sull'extra-dividendo della Cassa depositi e prestiti (che porterà al Mef circa 800 milioni di euro).
Per quanto riguarda il tema autonomia, bandiera della Lega di Matteo Salvini, i testi cui lavora la ministra agli Affari regionali Erika Stefani sono sotto la lente dei tecnici del Movimento 5 stelle che li stanno esaminando punto per punto. L'obiettivo è arrivare a chiudere l'accordo politico nel vertice che dovrebbe tenersi mercoledì, dopo la 'fumata nera' di mercoledì scorso. Il nodo rimane la modalità con cui le intese saranno portate all'esame delle Camere: i 5 stelle vorrebbero testi emendabili in Parlamento, oltre al parere positivo di tutte le commissioni. Mentre la Lega, sotto il pressing dei governatori Luca Zaia e Attilio Fontana, sarebbe disposta a concedere un esame nelle bicamerali e una discussione generale, senza modifiche, in Aula.
Il premier Conte non vuole 'mercanteggiare'
Per il premier Giuseppe Conte ci sono "i presupposti" per una decisione immediata della Commissione europea per evitare la procedura d'infrazione all'Italia che ha i conti in ordine e non intende "mercanteggiare". "Voglio una decisione rapida da parte della Commissione, voglio chiudere subito, senza ulteriore indugio, anche domani (oggi, ndr), come avvenne a dicembre", ha dichiarato domenica in un colloquio con Corriere della Sera e Stampa, a margine del G20 di Osaka, "ci sono i presupposti e senza alcun rinvio, poi ovviamente la Commissione può decidere diversamente".
"Ho visto che vi aspettavate che noi stessimo a mercanteggiare, non abbiamo condotto una trattativa, è stata l'occasione per ulteriori confronti con i partner, ma rimane il fatto che l'Italia ha fatto un percorso ben chiaro: abbiamo fatto il nostro, siamo sereni e confidiamo che vada tutto bene", ha detto Conte. la procedura d'infrazione dovrebbe essere evitata "non perché abbiamo elaborato qualche espediente dell'ultim'ora", ha sottolineato il premier, "ma perché i nostri conti sono in ordine e lo stiamo dimostrando, perché il flusso di cassa è superiore per quanto riguarda le entrate a quelle che erano le previsioni e le attese, perché riusciamo a contenere l'andamento per quest'anno al 2,1 per cento e quindi ci sono tutte le condizioni perché non ci sia mossa una procedura".