È braccio di ferro sulla riforma della prescrizione all'interno della maggioranza. Mentre c'è chi chiede un cambio di passo anche rispetto ai decreti sicurezza e mentre il mondo della politica si unisce per fare squadra sull'emergenza coronavirus, le norme volute dal Guardasigilli, Alfonso Bonafede, sull'estinzione dei processi trovano forti resistenze nel partito di Matteo Renzi: "Il 27 parte la campagna sulla giustizia giusta e lanceremo questa battaglia con un impegno molto chiaro che assumo. Se qualcuno pensa che, in nome del mantenimento dello status quo del governo, noi domani mattina veniamo meno ai principi di civiltà giuridica si sbaglia clamorosamente. A Bonafede dico fermati finché sei in tempo perché in Parlamento votiamo contro la follia sulla prescrizione, patti chiari amicizia lunga, non dite che non ve lo avevamo detto e senza di noi non avete i numeri al Senato e forse neanche alla Camera, rifletteteci bene. Io voto la civiltà non la barbarie sulla prescrizione", avverte, dall'assemblea nazionale, il leader di Italia viva.
Forti le critiche da parte della ex ministra Maria Elena Boschi che dice tout court: "La riforma Bonafede è incostituzionale". Pronta la replica del ministro della Giustizia: "Non accetto ricatti e minacce da nessuno. E vado avanti. Ho dato disponibilità - ha sottolineato - a fare tutti i vertici necessari per dialogare, senza pregiudizi, e per apportare miglioramenti alle varie norme sulla giustizia. Infatti, sono state vagliate e sono ancora al vaglio diverse proposte per garantire certezza e celerità dei tempi. Continuerò a farlo perché è giusto che sia così.
Questo è l'unico metodo possibile in un governo con diverse forze politiche. Ed è un metodo che dovrebbero rivendicare e difendere tutte le forze di maggioranza. Ma sia chiaro: non accetto ricatti e minacce da nessuno. E vado avanti". Da ministro della Repubblica "ho sempre ritenuto fosse fondamentale lavorare e tenere i toni bassi, soprattutto nel rispetto dei cittadini a cui non interessano gli schiamazzi politici che tentano di colmare il vuoto dei fatti con le parole. Continuo a pensarla così - aggiunge - ma ci sono anche momenti in cui, senza rispondere nel merito alle provocazioni che hanno soltanto lo scopo di ricordare agli altri la propria 'esistenza politicà, vanno almeno precisate alcune minime regole per non abusare della pazienza dei cittadini".
Sulla stessa lunghezza d'onda la ex ministra Barbara Lezzi, che scrive: "Se necessario, subito elezioni. Tutto il M5s deve procedere dritto secondo le sue convinzioni". E aggiunge: "Un Paese civile pretende sempre giustizia e non si lascia confondere da un pagliaccio come Renzi che mette impunità e ingiusta detenzione sullo stesso piano. Il M5s ha la maggioranza relativa in Parlamento. Se non ci permettono di migliorare il Paese, andiamocene a casa. Non permettiamo a questo ballista di minacciare il M5s. Lui va a braccetto con Verdini e Berlusconi. Noi no". In mezzo ai due litiganti si colloca il Pd.
Dice il responsabile giustizia, Valter Verini: "è ora di smetterla con opposte rigidità ed esibizioni muscolari sul tema della prescrizione, esibizioni che il Pd ha sempre rifiutato. Anche alla luce delle cose emerse nelle inaugurazioni dell'Anno Giudiziario diventa urgente che il presidente del Consiglio chiuda positivamente il confronto su questo tema con una soluzione condivisa sull'inaccettabile riforma della prescrizione, osteggiata da gran parte della maggioranza, dal mondo dell'avvocatura e di gran parte della magistratura".
Aggiunge il vice segretario, Andrea Orlando: "Tra Italia Viva e il ministro Bonafede si sta sviluppando un'assurda polemica a distanza che rischia di coprire le critiche ragionevoli venute dai vertici della magistratura durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Occupiamoci di queste e riprendiamo il confronto".
A Renzi strizza, invece, l'occhio Forza Italia, con Enrico Costa: "Ad Italia Viva - che oggi ha ribadito di condividere la battaglia sulla prescrizione - diamo appuntamento il 24 febbraio, quando la nostra proposta di cancellare la riforma Bonafede tornerà in Aula", scrive il responsabile del dipartimento giustizia del movimento azzurro. "Se la voteranno, potremo, insieme, affossare una legge incostituzionale e dannosa, respingendo mediazioni pasticciate o soluzioni che rimandino nuovamente la palla in tribuna. Dopo il voto in commissione in cui abbiamo dato un segnale comune di civiltà giuridica, avremmo potuto chiudere la partita in aula, e solo grazie al dilatorio rinvio in commissione Bonafede ha preso fiato. Il 24 febbraio sarà la volta buona", conclude. Il "buon governo ha alla base la civiltà. Il lodo Annibali deve essere approvato, diversamente siamo pronti a votare il ddl Costa sul tema della Prescrizione", precisa il senatore Iv, Ernesto Magorno.