È muro contro muro tra M5s e Lega sulla riforma della prescrizione, inserita dai pentastellati nel disegno di legge anticorruzione con un emendamento. La Lega, però, non ci sta e insiste sullo stralcio della norma. Nessuna apertura dai 5 stelle, che di stralcio non vogliono nemmeno sentir parlare. Anzi, rilanciano con un nuovo emendamento, identico per contenuti, che però modifica il titolo stesso del provvedimento, allargandolo anche alle nuove norme sulla prescrizione, così da evitare qualsiasi incidente tecnico.
Mossa che fa infuriare le opposizioni, compatte nel sostenere l'inammissibilità della proposta di modifica. Insomma, la questione ormai è tutta politica e solo i leader, dicono chiaramente dal partito di via Bellerio, potranno trovare una possibile intesa. Il problema è che proprio i leader, compreso il premier Giuseppe Conte, sono impegnati fuori dai confini italiani e solo domani sera potrebbero vedersi faccia a faccia per tentare una mediazione. Punto di caduta che, al momento, è lungi dall'essere trovato.
Tanto che Matteo Salvini, alla fine di una lunga giornata convulsa, torna a bocciare la norma pentastellata: "Riforma della giustizia, e anche della prescrizione, sono nel contratto di governo e diventeranno realtà mettere in galera mafiosi e corrotti è una priorità della Lega", premette il titolare del Viminale, ma "l'importante è farle bene queste riforme, evitando che i processi durino all'infinito anche per gli innocenti, altrimenti è una sconfitta per tutti".
Il che, tradotto, significa: no alla riforma della prescrizione nel disegno di legge anticorruzione. Pronta la replica pentastellata, affidata al Guardasigilli Alfonso Bonafede:
"La riforma della prescrizione è stata votata dai nostri iscritti sulla piattaforma Rousseau, è uno dei punti del contratto di Governo e, prima ancora, parte integrante del programma del Movimento 5 Stelle".
Resta, dunque, il muro contro muro, con il rischio che se non si trova un'intesa in tempi brevi potrebbe slittare l'esame del disegno di legge in Aula, dove da calendario dovrebbe approdare la prossima settimana.
I 5 stelle vogliono evitare in tutti i modi un rinvio, viene spiegato. Bonafede, sul punto, sarebbe stato chiaro oggi con gli alleati di governo, durante la riunione al ministero: se il disegno di legge non va in Aula la prossima settimana, poi arriva alla Camera il decreto Sicurezza, che ha la priorità avendo una scadenza.
Poi c'è la manovra e poi arriveranno i due decreti collegati (reddito di cittadinanza e quota 100), quindi se ne riparlerebbe a gennaio. Un timing che i 5 stelle non vogliono neanche prendere in considerazione, riferiscono alcuni dei presenti alla riunione in via Arenula.
"Siamo arrivati a un punto morto, la situazione si è incartata - spiega un deputato leghista che sta seguendo l'iter del disegno di legge - a questo punto solo un intervento dei leader può sbloccarla".
E un primo vertice potrebbe tenersi già martedì mattina, tra il premier e il Guardasigilli. Ma senza la presenza del leader leghista difficilmente il nodo potrà essere sciolto. Del resto, la posizione di Conte è chiara: "La riforma della prescrizione è nel contratto di governo e manterremo il punto". Il nodo, insomma, riguarda solo la prescrizione. Sul resto "possiamo facilmente trovare un'intesa", spiega ancora la stessa fonte leghista, che conferma un accordo di massima sugli altri articoli del disegno di legge.
Ma, sia chiaro, finché non c'è l'accordo sulla prescrizione "i nostri emendamenti non li ritiriamo", avvisano dal partito di Salvini. E si tratta di modifiche che andrebbero, se approvate, a cambiare sostanzialmente il testo del disegno di legge.