In un’intervista a Il Fatto Quotidiano il premier Giuseppe Conte afferma che su l’Ilva “per stanare il signor Mittal sulle sue reali intenzioni, gli ho offerto subito di reintrodurre lo scudo: mi ha risposto che se ne sarebbe andato comunque, perché il problema è industriale, non giudiziario”. Pertanto “chi vuole reintrodurre lo scudo per levare un alibi a Mittal – prosegue il premier – trascura il fatto che Mittal non lo usa, quell’alibi”.
Quindi, a questo punto, anche solo continuare a parlarne, secondo Conte indebolisce l’esecutivo “nella battaglia legale, alimenta inutili polemiche e ributta la palla dal campo di Mittal a quella del governo”. “Soltanto se Mittal cambiasse idea e venisse a dirci che rispetterà gli impegni previsti dal contratto – cioè produzione nei termini previsti, piena occupazione e acquisto dell’ex Ilva nel 2021 – potremmo valutare una nuova forma di scudo” afferma il premier.
Al direttore de Il Fatto che fa notare al premier che per l’Ilva c’è poco tempo e che poi anche lui passerà per uno che promette e non mantiene, Conte risponde: “Infatti non ho promesso nulla. Ho soprattutto ascoltato. Quella visita mi ha toccato nel profondo. Ed è servita specialmente a me per conoscere la realtà e i problemi di Taranto, il ciclo produttivo dell’ex Ilva”.
Poi Conte aggiunge: “Non prometto e non annuncio. Ho detto che la soluzione in tasca non ce l’ho, la dovremo trovare tutti insieme. Il governo fa la sua parte. Stiamo predisponendo misure a sostegno dell’occupazione, della riconversione ambientale, del rilancio dell’Arsenale. E progettando un centro d’eccellenza di ricerca universitario a Taranto specializzato nella prevenzione di infortuni sul lavoro e malattie professionali, nella difesa della sicurezza e dell’ambiente”. E lancia un appello: “Chiunque voglia contribuire è il benvenuto”. Quindi ribadisce che “i tarantini non saranno mai più soli, né affidati a un solo ministro”.
Infine sulla manovra e la battaglia degli emendamenti, i premier Conte dichiara che “il Parlamento è sovrano e, se emergeranno suggerimenti utili per migliorarla, il governo li valuterà con la massima apertura. Ma l’impianto e i contenuti essenziali non possono essere rimessi in discussione: significherebbe stravolgerla”. E sulla battaglia di Renzi su plastic tax e auto aziendali, Conte ribatte: “Il governo, in particolare il Mef, sta lavorando di suo per anticipare queste obiezioni e rendere ancor più sostenibili quei due interventi”.
Sollecitato dal quotidiano a rispondere sul ritiro italiano dall’Iraq, il premier afferma che “i nostri uomini sono impegnati in azioni di addestramento delle forze di sicurezza irachene. Ultimamente ne sono rientrati 100 in seguito al ritiro della Task force Praesidium impegnata ad assicurare i lavori presso la diga di Mosul e sul campo ne rimangono circa 500”.