“Oggi il Corriere della Sera pubblica un pezzo a firma Federico Fubini che sostiene che un fondo inglese avrebbe organizzato una speculazione scommettendo sulla crisi italiana dovuta a un eventuale uscita dall'euro. Questa operazione, sostiene il Corriere, sarebbe avvenuta anche grazie alla pubblicazione della prima bozza del contratto di governo Lega-5 stelle che conteneva, per l'appunto, elementi del cosiddetto "piano b", pervenuta in una busta anonima all'HuffPost”.
Sono le 11,45 quando Lucia Annunziata, direttrice dell’UffPost, pubblica sul suo sito una breve replica, in risposta ad un articolo uscito sul Corriere della Sera. Articolo di una grande firma del quotidiano milanese, Federico Fubini, in cui in sostanza si ipotizza che il famoso ‘piano b’ degli economisti vicini a Paolo Savona (uscito nei giorni finali delle trattative tra Lega e M5s per la formazione del governo) sia stato inviato al sito della Annunziata per farlo uscire e dare il via ad un attacco speculativo contro l’Italia.
Scrive Fubini: "Chissà se quella mano anonima davanti alla buca delle lettere era consapevole delle conseguenze: quelle per il Paese e anche quelle per gli investitori che ne seguivano gli sviluppi. Il crollo del mercato italiano ha già cancellato circa 400 miliardi di valore in azioni e obbligazioni pubbliche o private. Almeno i due terzi di queste perdite sono a carico di cittadini italiani. E se c’è un momento in cui tutto è iniziato, a giudicare dal grafico di mercato qui accanto, è il giorno e l’ora della lettera allo «Huffington Post Italia». Il momento di martedì 15 maggio nel quale qualcuno fa trovare una busta anonima con dentro una bozza del «contratto di governo» M5s-Lega alla sede della testata diretta da Lucia Annunziata. Così ricostruisce sulla «Stampa», mai smentito, un editorialista amico di Annunziata quale Francesco Bei".
Il testo affidato all’Huffington Post, aggiunge il Corriere, contiene due proposte che hanno tutto per destabilizzare la fiducia degli investitori verso l’Italia: “L’opzione di uscita dall’euro e l’intenzione di azzerare il valore dei titoli di Stato comprati nel piano di interventi della Banca centrale europea. Ovvio che conseguenze non potessero tardare. Poco importa che nelle versioni successive del «contratto» quelle due proposte scompaiano: gli investitori sanno che i vertici di M5s e Lega hanno potuto concepire quelle idee - default e uscita dall’euro - dunque temono che prima o poi esse riemergano. La fiducia è una porcellana cinese difficile da ricomporre, una volta finita in pezzi. Da allora il mercato precipita. Il 22 maggio ha già bruciato circa 200 miliardi, di cui una sessantina in titoli di Stato a scadenza medio-lunga. Il 29 maggio il rendimento dei titoli di Stato a dieci anni, che si muove in senso opposto ai prezzi, è ormai esploso al 3,16% quando era all’1,95% subito prima che quell’anonimo si presentasse allo «Huffington Post». Il differenziale fra titoli biennali tedeschi e italiani, appena allo 0,40% prima, arriva a toccare il 3,55%. La distruzione di ri-sparmio per il 75% di debito pubblico detenuto da italiani (anche tramite fondi esteri) è enorme”.
Sul Corriere (leggi qui l’articolo integrale) si racconta poi per filo e per segno la storia di un fondo inglese che nei giorni successivi ha segnato un rendimento superiore del 200% superiore a quello registrato negli ultimi 5 anni.
Aggiunge Lucia Annunziata nella sua replica: “Il tono e il contenuto dell'articolo del Corriere fa supporre che l'HuffPost abbia pubblicato un documento senza conoscerne le fonti prestandosi dunque a essere uno strumento di un complotto ai danni dell'Italia. Pecca-to che questa parte della ricostruzione sia fantasiosa. Il documento di 39 pagine è arrivato effettivamente in una busta chiusa e anonima, come è logico che sia trattandosi di documenti riservati, ma la fonte era conosciuta da me, di grande reputazione e l'arrivo del documento in quella forma e modalità era stato concordato. Per avere queste informazioni, bastava farmi una telefonata, caro Fubini. Speriamo che il Corriere continui a indagare su questo presunto complotto ai danni del Paese”.
La direttrice ha chiuso così: "Per quanto mi riguarda sono disponibile a rendere conto del mio operato, portando tutte le prove della veridicità di quanto scrivo, nelle sedi in cui eventualmente mi sarà richiesto".