Un dipendente pubblico che va in pensione con 'quota 100' potrebbe perdere fino a 500 euro al mese. E' il conto che il presidente dell'Inps Tito Boeri ha presentato alla Commissione Lavoro alla Camera.
"Un lavoratore pubblico che va in pensione adesso con 62 anni e 38 di contributi, rispetto che andare con una pensione piena a 67 anni - ha detto - molto approssimativamente potrebbe perdere 500 euro al mese".
Boeri ha inoltre sottolineato che da qui al 2046 i saldi si aggraverebbero di più di 400 miliardi, mentre il debito implicito aumenterebbe di 100 miliardi, con un andamento prima in salita poi in discesa.
La ricetta Boeri
Il presidente dell'Inps ha chiarito che la soglia a 78.000 euro lordi l'anno per le pensioni corrisponde a circa 3.800 euro netti mensili. L'alternativa - ha sottolineato - è cambiare il disegno e fare un contributo di solidarietà, intervenendo sulla perequazione: quella fatta dal governo Letta vale circa 300 milioni l'anno. In sostanza, secondo Boeri a oggi i risparmi dal taglio delle pensioni d'oro sono inferiori a 150 milioni ma si può arrivare a 300 milioni se si abbassa la soglia da 90 mila a 78 mila.
Le misure sulle pensioni ipotizzate dal Governo, cioé quota 100, opzione donna, conferma dell'Ape sociale e blocco dell'adeguamento della speranza di vita avrebbero un impatto di circa "140 miliardi in più di spesa nei primi dieci anni e nel primo anno ci sarebbe una maggiore spesa di 7 miliardi, che salirebbe a 11,5 miliardi nel 2010 e a 17 miliardi nel 2021.
I danni del condono contributivo
Un altro passaggio del suo intervento, sottolinea Repubblica, ha riguardato il ventilato condono contributivo, che avrebbe effetti devastanti sui conti dell'Inps e già parlarne come ipotesi ha avuto conseguenze negative. "Il condono contributivo, a differenza di condono fiscale - ha detto - ha un doppio effetto, non solo negativo sulla raccolta contributiva ma immediatamente anche un effetto sulla spesa e un effetto devastante sui conti del nostro istituto. Già per il fatto che se ne sia parlato abbiamo avuto una riscossione inferiore a quella che ci aspettavamo".
La reazione del M5s, lo scontro con Salvini
Non si fa tardare la reazione del M5S all'audizione di Tito Boeri, accusato di fare politica avendo indicato nella sua relazione sulle pensioni d'oro valutazioni su quota 100. Del resto la guerra di cifre aveva già portato Boeri a scontrarsi con Matteo Salvini. Secondo Boeri "non possiamo permetterci incrementi ulteriori del nostro debito pensionistico rispetto a quelli associati al crollo delle nascite e al calo dell'immigrazione regolare, non possiamo neanche introdurre nuove disparità di trattamento, soprattutto dopo una crisi profonda come quella che ha attraversato il nostro Paese negli ultimi 10 anni".
Pronta la replica del vice presidente del consiglio e ministro dell’interno. “Da italiano invito il dottor Boeri, che anche oggi difende la sua amata legge Fornero, a dimettersi dalla presidenza dell’Inps e a presentarsi alle prossime elezioni chiedendo il voto per mandare la gente in pensione a 80 anni”.