"Aprire il Pd": Nicola Zingaretti lo ripete da quando è sceso in campo per la segreteria e lo ha ribadito anche ieri nella prima relazione all'Assemblea da segretario. Oggi, in Basilicata per tirare la volata al centro sinistra, mette in pratica la parola d'ordine e apre a una alleanza con Articolo 1 - Mdp, Socialisti Italiani, Verdi e Italia in Comune per arginare il fronte sovranista alle prossime elezioni Europee.
"Alle Europee so che Articolo 1 e socialisti di Nencini si stanno preparando per una loro lista. C'è un'altra lista fatta credo da Pizzarotti e i Verdi. Ci incontreremo anche per discutere di questo. La questione non è rientrare nello stesso partito, ma rendere le liste competitive e non perdere nessun voto". Una affermazione, quast'ultima, che mira a rassicurare i potenziali alleati sul rischio che una alleanza possa giovare al solo Pd, facendo perdere preferenze ai candidati delle altre formazioni.
Un rischio che ha già portato +Europa a dire 'no' alla lista comune con i dem per le Europee. Quella delle alleanze larghe, in ogni caso, non sarà un episodio nel Pd zingarettiano, ma diventerà una costante. Così il nuovo segretario ha intenzione di declinare la 'vocazione maggioritaria' che ha accompagnato il suo partito fin dalla nascita, oltre 11 anni fa: "Ad Articolo 1 chiederò di essere uniti nelle alleanze in tutta Italia anche in comuni molto importanti come Firenze, Prato, Livorno. In tutta Italia ci sono alleanze larghe fatte da esperienze civiche, e questo è il modo giusto per non regalare i comuni e le regioni a Salvini e Di Maio", sottolinea Zingaretti: "Quindi incontrerò Roberto Speranza, per vedere come queste alleanze possano essere un elemento comune. Perché non bisogna essere ipocriti. Se vogliamo salvare l'Italia, dobbiamo costruire queste alleanze".
Nel Pd, tuttavia, è ancora aperta la ferita della scissione, con l'uscita di esponenti come Pierluigi Bersani e Roberto Speranza, sfociata nella nascita di Articolo 1 - Mdp e con la formazione dei gruppi parlamentari di Leu assieme a Sinistra Italiana. "Le ammucchiate contro non hanno mai portato fortuna al Pd. Presentarci alle elezioni europee con Leu sarebbe una riedizione del passato, una sorta di nuova Unione. Zingaretti si ravveda", affermano i senatori renziani del Pd Caterina Bini, Eugenio Comincini e Nadia Ginetti.
Anche un altro senatore vicino all'ex premier, Dario Parrini afferma: "Giusto dialogare anche a sinistra in vista delle elezioni nei comuni. Una lista unica tra Pd e gli scissionisti di Mdp per le Europee sarebbe invece una scelta nella direzione sbagliata e un segnale che disorienterebbe un pezzo importante di popolo del Pd. Spero sinceramente che Zingaretti non imbocchi questa strada". Per questo Zingaretti tiene a precisare che "nessuno vuole rientrare nel Pd. Non creiamo mostri che non esistono, non è nelle mie intenzioni nè negli obiettivi di quelle di Speranza".
E mentre lavora alle alleanze, Zingaretti mette a punto la sua squadra per il Pd. In attesa dell'insediamento degli organismi esecutivi, d'intesa con il tesoriere, Luigi Zanda, il segretario Pd ha insediato presso la sede nazionale - che al momento è ancora il Nazareno - uno staff operativo, coordinato da Paola De Micheli. Sarà l'esponente dem Marco Miccoli a seguire, oltre che il Coordinamento delle iniziative politiche, anche la Comunicazione, l'Ufficio Stampa e i Social Network. Andrea Martella seguirà, invece, il Coordinamento dei rapporti Istituzionali con le Forze Politiche e Sociali. Entrano nello staff del segretario anche Marina Sereni, al coordinamento delle attività in vista delle prossime elezioni amministrative, ed Enzo Amendola per il coordinamento delle attività in vista delle prossime elezioni europee.
Il tutto, in attesa di riavere accanto un amico e 'compagno' di viaggio come Goffredo Bettini: il parlamentare europeo ha annunciato che non si ricandiderà al Parlamento di Strasburgo e Nicola Zingaretti gli ha scritto ringraziandolo per il lavoro fatto, per la sua amicizia - di cui si dice "onorato" - ed esprimendo la sua personale soddisfazione per avere Bettini in Direzione Nazionale.
L'organo di indirizzo politico del partito è stato varato ieri, durante l'Assemblea riunita a Roma. Durante la sua relazione, tra le altre cose, Zingaretti ha annunciato di volere cambiare il Pd a cominciare dallo Statuto. E un primo segnale di cambiamento arriva oggi: "Io candidato premier alle politiche? Dovremmo mettere il candidato, o la candidata, piu' forte. E, se serve, andare anche oltre lo Statuto". Parole che certificano il superamento del doppio ruolo segretario-candidato premier, così come annunciato dallo stesso Zingaretti ad inizio della sua campagna congressuale.