“Il Pd parla il linguaggio dei Cinque stelle, e attua i provvedimenti dei Cinque stelle. E la cosa paradossale è che lo fa proprio mentre il partito grillino crolla e si disfa”. In un’intervista a Il Giornale il fondatore e leader della neonata Azione, Carlo Calenda, sostiene che i dem sono al traino dei 5 Stelle, perché nella realtà da un lato il Pd “ha sempre avuto dentro alcuni elementi dell’armamentario culturale grillino, dal giustizialismo alla diffidenza verso le imprese e dall’altro perché la sua strategia “è quella di abbracciarli per poterne assorbire i voti”. Ma il risultato per il Pd è il rischio di “grrllizzarsi”.
Il paradosso tra il Conte1 e il Conte2, per Calenda, è che allora “la Lega era molto meno forte, ma il governo sembrava guidato da Salvini”, ora invece “il M5s è debolissimo ma il governo sembra guidato da loro”. Quanto al premier, secondo il leader di Azione, Conte ricorda molto “il protagonista di Oltre il giardino, Chance il giardiniere”, cioè “uno che dice assolute banalità sentite in televisione, tipo ‘dopo l’autunno viene l’inverno’, ma il Pd ci scorge dentro profonde e sofferte verità”.
Del resto, dice ancora Calenda, “Conte è il premier ideale per questa operazione-abbraccio del grillismo: un contenitore ben vestito, con la pochette e la pronuncia blesa, ma completamente vuoto”. Nel senso che “ci puoi infilare quel che ti pare, dal progressismo mondiale ai decreti sicurezza di Salvini, e lui è sempre lì contento”.
Ma cos’è che spingerebbe il Pd ad esser così remissivo nei confronti dei 5 Stelle? Alla domanda, Calenda risponde dicendo che riguarda la “sua mancanza di una vera cultura politica ben definita. Dall’89 ad oggi, hanno inseguito ogni voga del momento: il comunismo, ma anche la Terza via, ma anche l’abbraccio col popolarismo, ma anche il flirt col populismo”. Cioè, i dem “non hanno mai trovato una bussola, e del resto se nel tuo pantheon tieni insieme il comunista Berlinguer e l’anticomunista feroce JFK che bussola vuoi avere?”, si chiede. Per poi rispondersi: “La loro tentazione è sempre quella di sostituire la politica con la morale, lo stesso humus del grillismo”