In un’intervista a Repubblica (in versione integrale) Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito Comunista Italiano, ha parlato del presente e del futuro della sinistra, capace di “rinascere dalla proprie ceneri”, ma solo se è “consapevole di avere raggiunto lo stadio di cenere”. Occhetto parte dagli errori, tra i quali annovera “la subalternità al liberismo e alle politiche di austerità”.
“Ci si è allontanati dalla propria vocazione sociale, con la conseguenza che lo spazio lasciato libero è stato riempito dai sovranisti [...] Non si può pensare di battere i populisti rimanendo rinchiusi dentro i confini del Pd, ma promuovendo un'alleanza ampia, che arrivi fino a Pizzarotti, ma per fare questo serve un partito di tipo diverso”
Ma il Pd per Occhetto continua a commettere errori. Quali? “Nel pensare di rimettere insieme i cocci. Parlano di autoscioglimento, ma sarebbe più urgente discutere di autodefinizione, nella consapevolezza che il vecchio mondo è finito e che non c'è più niente di più assurdo della nostalgica rimembranza del vecchio partito”. Sul governo il giudizio è duro. L'Italia per Occhetto è governata "da degli sconsiderati che fanno paura. Vede, nessuna delle grandi questioni che travagliano il pianeta, dall'emergenza ecologica alle migrazioni, passando per le disuguaglianze, può essere affrontata da una sola regione, o nazione o continente".