Matteo Salvini chiude definitivamente il portone della 'Lega Nord' e avvia il processo di rifondazione della 'Lega Salvini premier', movimento nazionale creato due anni fa. Il senatore milanese, militante del partito di Umberto Bossi dal 1990, da venerdì non è più il segretario federale del partito fondato dal Senatur il 9 febbraio del 1991, nel congresso di Pieve Emanuele. Bossi assente, il Consiglio federale del 'vecchio Carroccio' ha dato il via libera "all'unanimità" - ha tenuto a precisare lo stesso Salvini - al commissariamento degli organi del movimento 'nordista'. Ex giornalista della 'Padania', tra i più cari amici di Salvini, il deputato milanese Igor Iezzi è stato nominato commissario federale.
Una 'scatola vuota' con i debiti
Il partito, di cui Bossi rimane presidente a vita, non chiuderà anche perché titolare del debito con lo Stato per la condanna sui rimborsi irregolari tra il 2008 e il 2010. Ma rimarrà una sorta di 'scatola vuota'. Salvini, che era segretario federale della Lega Nord dal dicembre 2013, succeduto all'ex mentore Roberto Maroni, ha parallelamente dato il via a un processo di riorganizzazione e rinnovamento della formazione che porta il suo nome al fianco della dicitura 'premier' (a sottolineare che l'obiettivo di tornare al governo rimane ben saldo).
Parole chiave del processo di "ristrutturazione": allargamento, presenza sul territorio e attenzione ad altri elettorati e temi. Durante il consiglio federale, per esempio, il segretario leghista ha parlato a lungo del voto in Emilia-Romagna e si è concentrato molto sul dato deludente - a suo avviso, decisivo per la sconfitta - registrato dalla Lega nelle grandi città. La Lega Salvini premier, che "entro dieci giorni" avvierà un percorso di congressi locali, provinciali e regionali, lungo almeno un anno, fino al congresso nazionale: entro la prossima settimana poi sarà strutturata in dipartimenti tematici.
Significativa la decisione del leader di via Bellerio - che ha voluto sottolineare come il suo movimento sia "compatto" - di assegnare la guida del dipartimento Esteri a Giancarlo Giorgetti. Il gesto è apparso ai più una risposta alla debolezza in politica estera fino a ora mostrata da Salvini, che in passato hanno portato a critiche per la vicinanza con la Russia di Vladimir Putin, all'isolamento in Europa per l'adesione all'asse di Visegrad e dei sovranisti.
Il 'capitano' difende Borgonzoni
Nel corso del consiglio federale, Salvini scandisce la 'road map' ai suoi. E fa autocritica sulle elezioni emiliano-romagnole. Ma non si risparmia una 'stoccata'. "Ho letto qualche commento di troppo su Lucia", dice con riferimento alle critiche mosse dagli alleati nei confronti di Borgonzoni dopo la sconfitta (il segretario è però consapevole anche di qualche malumore interno sulla candidatura della senatrice bolognese). "Lucia ha preso 31 mila voti più della coalizione, quindi la questione è chiusa qui", scandisce difendendo Borgonzoni, che sarà responsabile del dipartimento Cultura.
"Sommando i voti andati alla lista Borgonzoni presidente e quelli alla lista Lega, in Emilia-Romagna abbiamo mantenuto il risultato delle Europee. Ed e' un grande risultato", afferma poi ai suoi. "Lasciamo al Pd i suoi festeggiamenti. Solo il fatto che il loro candidato abbia vinto con il 51% per noi è una vittoria"."Che il governo duri settimane, mesi o anni, dobbiamo pensare a noi: lavorare e migliorare noi stessi. Dobbiamo strutturarci e cercare di parlare anche a un elettorato, come quello della grandi città, piu' attento ad altre tematiche, con esigenze e visioni diverse, al quale facciamo storicamente fatica a parlare".
In conferenza stampa dopo il federale, Salvini è un fiume in piena di iniziative. "Abbiamo messo in calendario per lunedì 17 febbraio, a Roma, la prima riunione di tutti gli amministratori locali della Lega perché ormai siamo a quota 200, tra consiglieri, assessori e governatori, faremo battaglie comuni da Nord a Sud". "Entro la settimana prossima - annuncia - completiamo la squadra dei dipartimenti che serviranno a strutturare e uniformare il nostro messaggio, mancano tre/quattro caselline ma sostanzialmente ci siamo".
La nuova squadra del Carroccio
Oltre a Giorgetti che si occuperà di Esteri, e Borgonzoni di Cultura, ci sarà l'assessore umbro alla Salute Luca Coletto (ex assessore di Luca Zaia), l'ex sottosegretario all'Ambiente Vannia Gavia, l'ex vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi - dimessosi dopo la condanna nell'ambito dell'inchiesta sulle spese dei consiglieri regionali liguri - e l'ex ministro alla Famiglia, Alessandra Locatelli, che si occuperà di disabilita'. "Stiamo costruendo la squadra con estrema attenzione", sostiene Salvini.
Il segretario leghista poi annuncia un week end di tesseramento per il 14, 15 e 16 febbraio e il "giro d'ascolto" in tredici tappe nelle città che lo vedrà impegnato a febbraio. "Si riparte assolutamente motivati", promette.
"Tecnicamente abbiamo proceduto al commissariamento, come da congresso della Lega, di tutti gli organismi regionali ed entro dieci giorni nasceranno tutti gli organismi regionali della Lega Salvini premier, che, nell'arco del 2020, andrà a fare tutti i congressi fondativi delle sezioni delle province e delle regioni, per avere entro il 2020 tutti gli organismi eletti dai militanti che saranno iscritti", aggiunge.
"Tutti i passaggi sono stati votati all'unanimità dei presenti", sottolinea. "Lasciamo alle fantasiose ricostruzioni giornalistiche i dissidi con Giorgetti, Tizio e Caio. Non è cronaca, ma desiderio di qualcuno. Purtroppo per qualcuno siamo un movimento compatto e lo rimarremo". Ma dobbiamo "fare meglio nel dialogo con le grandi città non solo a Bologna, ma anche a Roma, a Torino, a Trento, stiamo già ragionando sia su candidati, su progetti e su squadra sia Milano sia a Roma per farci trovare pronti".
Durante il consiglio federale, il segretario e il suo vice, che, dall'alto del suo lungo cursus politico, ha espresso in passato posizioni non sempre in linea Salvini, hanno pubblicamente scherzato sui retroscena di stampa che li hanno descritti divisi dopo il voto in Emilia-Romagna.