AGI - L'appuntamento è per domani alle ore 15, quando le associazioni di categoria penalizzate dai dazi americani varcheranno il portone di Palazzo Chigi per affrontare il dossier con i ministri competenti del governo. La task force che la premier Giorgia Meloni ha riunito oggi pomeriggio - ne fanno parte oltre ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, i responsabili delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida, degli Affari europei, coesione e PNRR, Tommaso Foti, dell'Economia Giancarlo Giorgetti e delle politiche industriali, Adolfo Urso - ha cominciato ad esaminare l'impatto della decisione della nuova amministrazione statunitense sui nostri prodotti.
La premessa che è stata ribadita è che una guerra commerciale non avvantaggerebbe nessuno, che è necessario affrontare il tema "con determinazione e pragmatismo", perché la tesi è che "ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori". Ma al momento, prima di capire se e come evolveranno le trattative tra Unione Europea e Stati Uniti, la priorità è dare soccorso alle filiere, come quelle dell'agroalimentare, della farmaceutica e dell'automotive. Con tempi che dovrebbero essere valutati.
Prossimi passi e misure di supporto
Mercoledì è in programma una riunione del Consiglio dei ministri, si vedrà se un primo 'pacchetto' di aiuti (non dovranno essere di Stato, ha detto Tajani) possa già arrivare sul tavolo. I ministri oggi hanno illustrato alla premier le proposte allo studio per venire incontro alle difficoltà e rilanciare la competitività delle imprese. "Si è discusso degli strumenti necessari", recita una nota di Palazzo Chigi. "Il governo protegge i risparmi degli italiani e aiuta le imprese", ha sottolineato Salvini.
Una delle ipotesi allo studio è quella di utilizzare i fondi di Industria 5.0 (6,3 miliardi) tra i progetti del PNRR, anche se la percorribilità di questa strada andrà verificata con l'Europa. Rimodulare il piano di Ripresa e Resilienza è anche una delle richieste del presidente di Confindustria Orsini. Ma l'esecutivo insiste anche sulla necessità che Bruxelles cambi le regole in corso, intervenendo tra l'altro sul Green Deal e rivedendo il patto di stabilità.
Relazioni internazionali
Intanto il presidente del Consiglio sta preparando il viaggio a Washington, un incontro che - ha sottolineato il ministro degli Esteri Tajani - può essere molto utile. "Il governo italiano ha buoni rapporti con tutti, può essere una sintesi tra l'UE e gli USA", ha rilanciato anche il responsabile dei Trasporti e delle Infrastrutture. Al momento non c'è una data della visita del Capo dell'esecutivo alla Casa Bianca. "Sicuramente - dice un 'big' di FdI - Meloni e Trump possono discutere di interessi comuni e trovare soluzioni condivise".
Il ragionamento è che occorrerebbe stringere un rapporto forte tra Unione Europea e Stati Uniti contro la Cina. "Magari - azzarda un'altra fonte di Fratelli d'Italia - mettendo dei dazi contro Pechino...". "Il problema non è Trump, il problema è la Cina, il problema sono i paesi che sfruttano i bambini nelle fabbriche a lavorare, che fanno concorrenza sleale alle nostre imprese", ha osservato anche il leader della Lega.