AGI - Il popolo blu dei "50mila" insieme per l'Europa e quel "non perdiamoci di vista", che suona come una speranza per il futuro: dopo quattro ore di musica e parole, è Michele Serra a rivendicare il successo del raduno di questo pomeriggio in piazza del Popolo, a Roma, nato proprio dalla sua penna e poi sostenuto da una cinquantina di sindaci.
UN POPOLO UNITI NELLE DIVERSITÀ
"Siamo tanti perché siamo un popolo, uniti nelle diversità", dice il giornalista. Il 'sold out' già a metà pomeriggio, gli accessi chiusi per il limite raggiunto di presenze. La marea di bandiere dell'UE insieme ai vessilli dell'Ucraina e della Georgia. Poi i lunghi striscioni 'arcobaleno' della pace trasformati in 'tappeti' su cui corrono i bimbi a piedi scalzi.
LA MUSICA E LE VOCI IN PIAZZA
"Bella Ciao" è il fuori programma cantato dal pubblico vicino alle transenne a pochi minuti dall'inizio. Poi l'Inno alla Gioia ad aprire il 'sipario' e "Sogna ragazzo sogna" intonato da Roberto Vecchioni a chiudere la manifestazione. Nel mezzo una carrellata di artisti, attori, rappresentanti della società civile e scrittori. Nessun politico sul palco. E Donald Trump come convitato di pietra.
LA CRITICA A TRUMP E LA PIAZZA UNITA
Il presidente americano, raffigurato con una testa di cartapesta che addenta delle banconote, è stato, infatti, un ospite 'fisso' sotto al palco. "Diamoci una mossa altrimenti l'unica bandiera da sventolare sarà quella della carta di credito. Ma quella non è la nostra bandiera, è quella di Trump", esorta Michele Serra. Palco vietato ai politici. I leader del centrosinistra (mancava Giuseppe Conte) sfilano in piazza ognuno con la propria idea di pace e difesa europea. Ma le 'divisioni' della politica (spaccata tra pro e contro il riarmo) non scalfiscono una piazza unita per chiedere "Più Europa".
LE VOCI DEI SINDACI
"Oggi questa piazza è di nuovo Ventotene", lo spirito dell'onda blu riassunto da Corrado Augias. Alla piazza parlano i sindaci. Per Gualtieri serve "un salto in avanti verso un'Europa più forte, unita e solidale". Gli fa eco il primo cittadino di Napoli e presidente dell'Anci: "Qui abbiamo portato il cuore delle nostre comunità. Vogliamo più Europa nelle città", dice Gaetano Manfredi.
IL COMICO E L'EUROPA
Sotto la scalinata del Pincio si alternano comici spalleggiati dal presentatore Claudio Bisio. "Sono una donna, non americana, quindi per il nostro amico Trump sono ai livelli più bassi della scala evolutiva, subito dopo le rane anfibie e i messicani senza documento", le parole di Luciana Littizzetto in un video messaggio. Poi i cantanti. Come Jovanotti che contagia la piazza con il suo ottimismo: "Mi piace pensare che siamo all'inizio di un grande futuro. Il mio desiderio è che l'Europa guardi molto di più al Sud".
LA TESTIMONIANZA DI LILIANA SEGRE
Spazio anche agli scrittori. "Ripudiare la guerra non significa essere inermi, rinunciatari", dice Antonio Scurati. Tra i momenti più intensi, il video di Liliana Segre, superstite dell'Olocausto e testimone attiva della Shoah. "Difendere la patria significa molte cose, ad esempio fronteggiare le minacce nemiche della pace che non vanno sottovalutate. L'arrendevolezza non ha mai impedito la guerra ma ha sempre agevolato i disegni di sopraffazione", le parole della senatrice a vita.
LA CHIUSURA DI ROBERTO VECCHIONI
Chiude la serata Roberto Vecchioni. Il suo "Sogna ragazzo sogna" è un tributo al mondo che verrà. "Sono sicuro", dice il cantautore, "che i giovani sapranno ricucire un'Europa che noi abbiamo diviso". Si spegne la musica. L'onda blu si disperde tra i clacson e il traffico romano. Con la speranza che quel "non perdiamoci di vista", frase diventata slogan, pronunciata da Nanni Moretti nel 2002 dal palco di Piazza San Giovanni a Roma, non siano solo parole.