Da Tolkien a Collodi, in Aula la sfida delle citazioni fantasy

AGI - Da J.R.R. Tolkien a Carlo Collodi, dal Signore degli Anelli alle Avventure di Pinocchio. L'informativa dei ministri di Giustizia e Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, ha fornito il terreno per una sfida a colpi di citazioni da romanzi di genere fantastico. Fantasy, nel caso dell'autore della Saga dell'Anello, più precisamente 'fantastico per ragazzi', nel caso del papà del burattino. Un duello che comincia ben prima delle 12,15, orario in cui i ministri prendono posto nei banchi del governo dell'Aula di Montecitorio.

Occorre fare un passo indietro al 2 di febbraio, direzione nazionale di Fratelli d'Italia. Arianna Meloni, capo della segreteria politica del partito, fa ricorso allo scrittore e linguista britannico: "Giorgia è il nostro Frodo", il protagonista della saga, "e noi siamo la Compagnia dell'Anello". E ancora: "L'anello è pesante, dobbiamo aiutarla nella fatica di portarlo senza mai indossarlo". Il riferimento è all'anello a cui si dà la caccia nel libro e che, pur conferendo un immenso potere, 'consuma' lentamente ma inesorabilmente colui o colei che lo indossa, fino a provocarne l'abbrutimento fisico e morale. Come avviene al Gollum, creatura piccola e ripugnante custode dell'anello, un tempo Hobbit ma poi costretto a vivere in solitudine per paura di perdere il proprio "tesoro".

Il senso dell'accostamento è abbastanza immediato: Giorgia Meloni ha la responsabilità di amministrare un potere grande senza farsi corrompere da esso. La premier, durante la conferenza di fine anno, utilizzo' un altro paragone: "A grandi poteri corrispondono grandi responsabilità". In quel caso la citazione era di Stan Lee, creatore di Spiderman. Tornando all'informativa: Riccardo Magi, segretario di Più Europa, si è ricollegato per primo alla citazione di Arianna Meloni. Nella sua lettura, tuttavia, il romanzo non ha un lieto fine. Frodo-Meloni, nella versione Magi, si sarebbe fatta corrompere a tal punto dall'anello da liberare Sauron, l'Aborrito, l'Oscuro Signore di Mordor.

Ovvero, Osama Njeem Almasri, il torturatore libico prima arrestato e poi rilasciato e rimpatriato. "Se come dice Arianna Meloni, sua sorella è Frodo, allora l'anello del potere le ha dato alla testa e ha liberato Sauron Almasri, che è a capo di un battaglione di orchi torturatori di bambini in Libia", dice Magi in Aula. Il dibattito, nel pomeriggio, si sposta al Senato e qui è Matteo Renzi che riprende la citazione fantasy. Da buon toscano, però, il leader di Italia Viva ha a cuore altri riferimenti culturali: "La sorella di Meloni aveva indicato il libro da leggere.

Ma il libro da leggere non è tanto il Signore degli Anelli, quanto Pinocchio", avverte Renzi: "Meloni vorrebbe fare la fatina, ma c'è l'Omino di Burro, quello che guida il carro e porta i bambini fuori dalla scuola, nel Paese dei balocchi, dove diventano somari. Questa è Giorgia Meloni: pensavate di aver trovato la lady di ferro, avete trovato l'Omino di Burro". E poi, chiedendo al presidente del Senato Ignazio La Russa di volergli concedere ancora qualche secondo per concludere l'intervento: "Se non lo fa, sarà lei Mangiafuoco".