AGI - Prima la conferenza stampa alla Camera (160 i giornalisti accreditati) prevista alle 11, poi la riunione del Consiglio dei ministri. Doppio appuntamento domani per la premier Giorgia Meloni. Riflettori accesi soprattutto sulla liberazione di Cecilia Sala, che ha fatto rientro in Italia, accolta a Ciampino dalla stessa premier e dal responsabile degli Esteri, Antonio Tajani.
Tutto il governo sottolinea il lavoro del "sistema Italia", un plauso alla diplomazia arriva anche dall'opposizione. Soprattutto per il fatto che il rilascio è avvenuto in tempi brevi dopo la prigionia a cui è stata costretta la giornalista italiana. Anche nelle chat dei parlamentari FdI si sono susseguiti i complimenti per l'operato della premier Meloni reduce dal viaggio a Mar-a-Lago per incontrare il Presidente americano Donald Trump.
"Un viaggio decisivo" per sbloccare il caso, il 'refrain'. Ora si sta valutando la situazione della detenzione di Mohammaed Abedini, l'ingegnere iraniano 38enne arrestato all'aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti che potrebbe - stando a fonti Usa riportate dalla trasmissione 'L'aria che tira' su La7 - potrebbe essere scarcerato e probabilmente rimpatriato in Iran.
"Noi abbiamo un trattato di estradizione con gli Usa che viene valutato secondo parametri giuridici", ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, smentendo di essere andato a Palazzo Chigi per parlare proprio di Abedini. Meloni, che sabato incontrerà alle ore 14,15 a villa Doria Pamphilj il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, domani in conferenza stampa, oltre a rilanciare sulle riforme, potrebbe tornare anche sul dossier Space X per l'utilizzo del sistema di comunicazioni satellitari Starlink.
Ribadendo che non c'è alcuna firma, ma difendendo a spada tratta il rapporto con Elon Musk. L'opposizione è pronta a rilanciare la richiesta che la premier riferisca in Aula. Alle 18 è poi previsto il Cdm: non è escluso che la riunione affronti anche la questione della successione di Elisabetta Belloni ai vertici del Dis (in pole resta, secondo i bene informati, il prefetto Vittorio Rizzi).
Certa la nomina di Fabrizio Curcio quale nuovo Commissario straordinario alla ricostruzione dopo l'alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana, in sostituzione del generale Francesco Paolo Figliuolo.
E l'impugnativa davanti alla Consulta della norma votata due mesi fa dal Consiglio regionale campano che metterà uno stop al terzo mandato dei presidenti di Regione, frenando la corsa del governatore Vincenzo De Luca ma anche quella di Luca Zaia, in Veneto. I leghisti non si opporranno al ricorso dell'esecutivo. "Non possiamo certo fare un assist a De Luca", sostiene una fonte di Via Bellerio. Ma anche sulla possibilità che Zaia possa proseguire il suo operato in regione prevale il pessimismo. "Ormai non credo che si possa fare granché", osserva un altro big 'ex lumbard'.