AGI - "Una cosa ci tengo a dirla ed è l'unico motivo che mi fa rompere il riserbo che mi sono imposta in tutti questi mesi: non vado via sbattendo la porta". Lo dice Elisabetta Belloni - in un colloquio con "Il Corriere della Sera" - a proposito della decisione di lasciare, dal prossimo 15 gennaio, la guida del Dis.
"Il tritacarne in cui sono finita in questi giorni - spiega - mi impone di chiarire quanto è successo e soprattutto di sgomberare il campo da illazioni che fanno male non tanto a me quanto al Paese, soprattutto in un momento così delicato".
In ogni momento cruciale nella storia del Paese, rileva il Corriere della Sera, l'attuale direttrice del Dis è sempre stata indicata come la possibile candidata e anche con il nuovo anno Belloni ha capito che "sarei tornata sulla graticola".
"Io sono un funzionario dello Stato, faccio il mio lavoro e non è obbligatorio piacere a tutti o andare d'accordo con tutti. Purché questo - precisa ancora Belloni nel colloquio con il 'Corriere della Sera' - non metta in discussione i risultati, come infatti non è avvenuto. Però a maggio scade il mio mandato, quando ho avvertito che già cominciavano a circolare voci sul mio futuro e soprattutto sul mio successore ho ritenuto fosse arrivato il momento di lasciare. E ne ho parlato con i miei interlocutori istituzionali, prima fra tutti la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano. È con loro che, sin dagli inizi di dicembre, abbiamo tracciato la strada per una transizione tranquilla e senza scossoni".
Era davvero opportuno confermare le dimissioni? Non sarebbe stato meglio attendere che Cecilia Sala rientrasse in Italia prima di rendere noto l'addio? "Io sono ancora in carica - osserva Belloni - e non vengo certamente meno ai miei doveri. Per questo mi fa ancora più male essere dipinta come una che scappa o addirittura che va via lasciandosi macerie alle spalle. Non è così, non potrebbe mai essere così. Non a caso era stata concordata un'uscita nel massimo della trasparenza. Purtroppo è andata diversamente e per questo sento l'obbligo di chiarire come stanno davvero le cose".
Le ultime voci, si rileva nel colloquio, le accreditano un futuro nello staff della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: "Sarebbe un onore ma anche su questo - conclude - voglio essere chiara nel dire che non c'è nulla di deciso. Al mio futuro comincero' a pensare il 16 gennaio".