AGI - Archiviato il processo con l'assoluzione di Matteo Salvini, il caso Open Arms accende il duello politico fra il leader della Lega e quello del Movimento 5 Stelle. La prima uscita pubblica del vicepremier dopo la sentenza del Tribunale di Palermo contiene anche una stoccata all'ex presidente del Consiglio. "Di Conte lo 'smemorato' mi interessa poco", risponde Salvini a Largo di Torre Argentina, fra un drappello di sostenitori accorsi con lo striscione "Il fatto non sussiste".
"Non sono abituato a fuggire dalle mie responsabilità a differenza di altri", aggiunge Salvini sempre riferendosi a Conte, "e quando faccio una cosa ci metto la faccia, non sono abituato a cercare capri espiatori o colpevoli". Un atto di accusa nei confronti dell'ex premier. Salvini ha sempre sostenuto di aver agito in linea con il governo di cui faceva parte nell'estate 2019, ai tempi della 'crisi' della nave ong con a bordo 124 migranti. Le parole del ministro riaccendono lo scontro fra i due leader.
Conte, negli studi de La7, contrattacca: "Non consento a nessuno di scherzare sul fatto che io metta o non metta la faccia sulle scelte che prendo", precisa il presidente del M5s avvertendo il leader della Lega: "Non si deve permettere". A sostegno della sua tesi, Conte ripercorre la corrispondenza avuta da premier con il 'suo' ministro dell'Interno in quei giorni di agosto 2019. "Qui non è questione di memoria, sono fatti documentati", premette il presidente M5s: "Io da premier ho scritto a Salvini. Faccio riferimento a due lettere in cui lo mettevo in guardia sul fatto che stava rischiando di contravvenire alle convenzioni internazionali e alla nostra giurisprudenza consolidata. Salvini, che fa lui lo smemorato, mi risponde alla prima lettera e insiste che per lui anche i minori potevano e dovevano rimanere a bordo. Io mi sono completamente dissociato, non da cittadino privato ma da presidente del Consiglio, e lui da ministro dell'Interno ha voluto perseguire in questa condotta".
Un comportamento, ricorda l'ex presidente del consiglio che si collocava in un contesto di rapporti ormai "slabbrati" all'interno del governo, soprattutto "dopo l'affermazione della Lega alle elezioni europee. Salvini, addirittura, chiamo' tutte le sigle per parlare di manovra economica al Viminale. Senza avvertire il ministro dell'Economia". Detto questo, Conte rivendica di avere sempre tenuto i porti aperti, "anche grazie alle telefonate che facevo con Merkel e Macron". Questa, per il leader M5s, "è politica". Quella dei porti chiusi, al contrario "è propaganda". Anzi: "Buffonate".
Al di là dello scontro fra Conte e Salvini, la sentenza di Palermo riapre il dibattito sulla riforma della giustizia. "Devo dire che ieri in tribunale a Palermo ho visto una corretta, giusta e sana separazione tra chi giudica rispetto e chi indaga", riconosce Salvini. Tuttavia, aggiunge, "non sempre è cosi'. La separazione delle carriere porterebbe quello che si è visto ieri a essere normalità in tutta Italia". Parole, quelle del vicepremier, precedute da una telefonata fra Salvini e Pier Silvio Berlusconi che fonti della Lega definiscono "cordiale". Il leader della Lega, viene riferito, ha particolarmente apprezzato l'attenzione e la gentilezza di Pier Silvio Berlusconi, e ha ricordato "con grande affetto" le battaglie per una "giustizia giusta" affrontate da Silvio Berlusconi e che il centrodestra, si sottolinea, "vuole portare a termine".