AGI - Le comunicazioni di Giorgia Meloni nell'Aula della Camera prima del Consiglio Ue diventano l'occasione di un nuovo scontro dialettico con il Pd sul tema della politica estera e non solo. La premier nel ribadire che la nomina di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue a cui è stato affidato "un portafoglio che vale complessivamente circa 1.000 miliardi di euro", è il segnale inequivocabile di "una missione compiuta", attacca i dem perché "hanno cercato di indebolire la posizione" dell'Italia.
"Le macumbe non stanno funzionando"
"Penso che il vostro problema sia che gli elettori hanno indebolito la sinistra in Europa con il loro voto a giugno", l'affondo. Reiterato nella replica: "Prima o poi dovete fare un corso di riti voodoo perchè le macumbe non stanno funzionando...". Il clima alla Camera, complici anche le frizioni sulla legge di bilancio, resta incandescente. Il presidente del Consiglio traccia la rotta del governo sui principali dossier internazionali, "pronti a interloquire con la nuova leadership" siriana, ma no a un ritorno dell'Isis, non affatto anomali "i contatti" avuti dall'intelligence italiana; sostegno pieno a Kiev (alla vigilia del Consiglio europeo previsto l'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky); sbagliato porre la questione del riconoscimento dello stato palestinese ora, "sarebbe uno specchietto delle allodole" che rischierebbe di far saltare le trattative per "una pace giusta" e la soluzione dei due Stati.
Per quanto riguarda il tema dell'immigrazione, la richiesta alla Ue è di revisionare una volta per tutte la politica dei rimpatri, la determinazione è sempre quella di andare avanti con i centri in Albania. La premier poi spazia dal caso Stellantis (l'Italia nel settore dell'automotive propone "idee e spunti per scongiurare conseguenze irreversibili", la richiesta innanzitutto è "la sospensione delle multe per le case costruttrici che stanno già portando alla chiusura di importanti stabilimenti) all'accordo Ue-Mercosur: senza garanzie per gli agricoltori, Roma non sosterrà l'intesa, per ora sta prendendo tempo e studiando il dossier ma l'invito alla presidente della Commissione Ue è quella di incontrare le categorie che rischiano di essere penalizzate.
Lega assente in aula, "treni in ritardo"
Nell'Aula di Montecitorio in mattinata i banchi della Lega sono vuoti, per il partito di via Bellerio non c'è alcun segnale politico, ma solo ritardi dovuti ai treni. Poi il partito di Salvini (assente in Aula, c'è però Giorgetti) garantisce "compattezza" sul voto della risoluzione di maggioranza. Le opposizioni attaccano e ironizzano: "Voglio salutare il ritorno dei colleghi della Lega che stamattina non sono venuti ad ascoltarla dicendo che è colpa dei ritardi dei treni. Beh, sanno con chi prendersela, con il loro ministro, il peggiore della storia dei trasporti", scandisce Elly Schlein.
Opposizione all'attacco
"Sono arrivata in ritardo anche io che vengo in macchina e il sindaco di Roma non è della Lega...", taglia corto Meloni. A cui non fa sconti il leader M5s: "Ho visto il Circo Massimo tappezzato di manifesti con il vostro slogan 'la via italiana': ma qual è la vostra via italiana? Il vicolo cieco in cui vi siete infilati convinti della vittoria sulla Russia? Proponete sempre la stessa ricetta: siamo al decimo pacchetto armi e Crosetto festeggia, intanto le risorse per la sanità sono ai livelli più bassi negli ultimi 17 anni, con quattro milioni e mezzo di pazienti che hanno rinunciato alle cure". "La vostra via è piegarvi alle istruzioni che ricevete da Bruxelles e Washington?".
E l'Ue? "Non è una commissione europea ma un gabinetto di guerra che lei ha votato". "Lei domenica" chiudendo Atreju "ha detto 'cuori puri e passi audaci'? A chi lo dimostra? Verso Musk a cui apre ponti d'oro? Il passo audace lo riserva agli italiani con stipendi indegni? Servilismo sui potenti e protervia verso chi è in difficoltà?", ha concluso Giuseppe Conte. E Schlein controbatte a Meloni: "Scenda dal ring, questo è un luogo serio. Capisco la necessità di trovare un nemico al giorno per coprire i suoi fallimenti, ma se avesse messo un euro per ogni volta che ci attacca, a quest'ora avrebbe risolto il problema delle liste d'attesa".