AGI - Ai ministri e ai sottosegretari di Stato che non siano parlamentari è corrisposto "il trattamento economico complessivo". Lo prevede un emendamento dei relatori alla manovra depositato in Commissione Bilancio della Camera. La norma in sostanza equipara la remunerazione dei ministri ed i sottosegretari non eletti in Parlamento con quelli che invece lo sono. L'onere derivante dal provvedimento è pari a 1,3 milioni di euro a decorrere dal 2025. L'opposizione grida già allo scandalo.
"Mentre il Paese lotta per arrivare a fine mese - afferma il capogruppo del Pd in commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano - il governo decide di destinare risorse pubbliche all'aumento degli stipendi dei ministri. Una scelta che lascia increduli e appare ancora più grave alla luce di una manovra di bilancio che non investe in sanità, scuola, lavoro e casa. Il governo fa finta di non capire: noi chiediamo un miglioramento delle condizioni e degli stipendi degli italiani, non di quelli dei ministri e dei membri del partito della presidente Meloni".
"Se confermato, l'emendamento della maggioranza alla legge di Bilancio per aumentare lo stipendio di ministri e sottosegretari che non ricoprono anche il ruolo di parlamentare sarebbe veramente vergognoso - aggiunge Vittoria Baldino, vicecapogruppo del M5S alla Camera -. Ancor di più dopo che, fra ieri sera e stamani, FdI, Lega e FI hanno bocciato le nostre proposte per aumentare di 100 euro al mese le pensioni minime, per introdurre il salario minimo e per ripristinare il Reddito di cittadinanza. Un Paese con il record di poveri assoluti e quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri non si merita un governo che continua a pensare solo ed esclusivamente ai propri interessi a scapito della collettività. Si fermino subito".
Stop agli incarichi retribuiti extra Ue ai ministri e agli eletti
I componenti del governo, i parlamentari, i presidenti di Regione e delle Province autonome, salvo preventiva autorizzazione degli organi di appartenenza, non possono svolgere incarichi retribuiti in favore di soggetti pubblici o privati non aventi sede legale o operativa nell'Unione europea. Lo prevede un emendamento depositato dai relatori alla legge di bilancio. In caso di inosservanza della norma, si legge nel testo, il compenso percepito deve essere versato, entro trenta giorni dall'erogazione al Bilancio dello Stato per essere riassegnato al fondo ammortamento dei titoli di Stato. In caso di mancato versamento verrà applicata una sanzione pari all'importo percepito.