AGI - Una fotografia non a fuoco quella del centrosinistra che arriva da Chianciano. Non solo perché il formato del congresso di Europa Verde non prevede un momento con tutti i leader sul palco, ma anche perché all'ultimo momento danno forfait Giuseppe Conte, impegnato con una serie di riunioni che seguono i lavori della Costituente e precedono il secondo voto degli iscritti, e Carlo Calenda, critico con quella che considera una "deriva populista" del Pd.
Il segretario di Azione ha fatto precedere l'appuntamento da una dura nota polemica nei confronti del Partito Democratico e della segretaria Elly Schlein responsabile, a suo dire, di una mutazione genetica del Pd. Una mutazione accolta dal silenzio dei "riformisti" dem approdati a Bruxelles, sottolinea ancora Calenda. Tutto questo "rende inesistente il contrappeso a Landini, Avs e 5S. Dietro la bandiera della rivolta sociale", spiega Calenda citando il leader sindacale, "la sinistra al Governo non ci andrà più".
Ad annunciare il forfait di Calenda è Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e 'nemesi' del leader di Azione sul piano delle risposte da dare alla crisi energetica. L'uno, Calenda, favorevole al nucleare di nuova generazione. L'altro, Bonelli, fortemente contrario: "Dobbiamo avere a cuore una politica energetica che non prescinda per quanto mi riguarda dalla tenuta economica del sistema produttivo e dalle rinnovabili. Il nostro obiettivo è far pagare meno l'energia. Non possiamo non più non affrontare la grande questione dell'ambiente-salute-lavoro".
Nonostante questo, l'esponente verde assicura che incontrerà l'ex ministro per discutere di questi e altri punti programmatici. Al di là del duello Bonelli-Calenda, le distanze fra i partiti delle opposizioni riguardano 'nodi' politici che vanno oltre le semplici geometrie. Il titolo scelto per il congresso di Europa Verde è "terra di Pace", un riferimento non casuale alle guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente. Conflitti sui quali le forze politiche del centrosinistra hanno approcci diversi: Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra sono contrari all'invio di armi e a quella che considerano ormai una "economia di guerra" dell'Unione Europea.
La posizione del partito Democratico è più sfumata: il Pd ha votato fino a oggi per l'invio di armi a Kiev, dicendosi contrario all'utilizzo di armi a lungo raggio sul territorio russo. Posizione confermata dal voto di giovedì al Parlamento europeo, quando la delegazione ha votato contro l'utilizzo dei sistemi missilistici avanzati su territorio russo e ogni altro territorio, a eccezione di quattro deputati dem.
Nonostante questo, nel partito di Schlein cinque deputati europei, sempre giovedì, hanno votato a favore della fornitura di missili a lungo raggio, in dissenso con la posizione ufficiale della delegazione, che schiera sul no 12 deputati.
La composizione del puzzle del centrosinistra si fa ancora più difficile alla luce di quanto accaduto con il via libera alla seconda Commissione Von der Leyen. Schlein rivendica la bontà di aver fatto partire la Commissione - un atto di responsabilità, per i dem, nel momento in cui il trumpismo rischia di monopolizzare l'agenda geopolitica dei prossimi mesi - ma la leader dem ha detto anche di non riconoscersi in un esecutivo europeo che risulta sbilanciato a destra rispetto alle forze politiche che hanno vinto le europee. Per il presidente del M5s, collegato da remoto alla kermesse verde, si tratta di un errore da parte del Partito Democratico. "L'Ue ha scelto la guerra e una forza progressista non può andare in quella direzione", spiega Conte che si spinge a pronosticare un "sentiero del riarmo, con l'invio di più missili e carri armati a Kiev" e il conseguente "avvicinamento al baratro della Terza Guerra Mondiale. Noi non ci stiamo a una Europa del riarmo". Parole che non sembrano scalfire la granitica convinzione di Schlein che l'unità delle forze di centrosinistra, anche sul tema della pace, sia possibile. Ci possono essere differenze sulla scelta degli strumenti per arrivare alla pace, dice Schlein, "ma siamo d'accordo sulla mancanza di uno sforzo politico e diplomatico dell'Unione Europea, necessario per costruire un percorso di pace. Non siamo sempre d'accordo su tutto, ma siamo d'accordo sulla tensione verso un progetto di pace che faccia finire le guerre prima che cadano gli ultimi fucili". Sul piano della politica nazionale, la segretaria dem continua a battere su quelli che considera i pilastri dell'azione delle opposizioni: lavoro, diritti, scuola, sanità e green. Per Schlein, le distanze fra i partiti progressisti si colmeranno naturalmente incontrandosi, in Parlamento e nelle piazze, sulle battaglie e le proposte comuni su questi temi. A questo, tuttavia, aggiunge che "serve un luogo dove comporre le differenze e costruire l'alternativa".
Non quel tavolo di coalizione invocato dal segretario di Più Europa Riccardo Magi. Piuttosto un "progetto coerente, un programma definito e dei valori condivisi", come sottolinea la segretaria nelle battute finali del suo intervento. I tempi per un tavolo di coalizione non sono maturi, spiega un dirigente del Pd: rischierebbe di trasformarsi in uno sfogatoio, ad essere ottimisti. Meglio insistere sul piano delle proposte in parlamento e su quello delle battaglie da portare nelle piazze. "Andare nei luoghi del conflitto sociale, davanti alle fabbriche, come alla Beko", spiega il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. E se Calenda si chiama fuori dalla foto di Chianciano in polemica con la linea filo-Landini del centrosinistra, Fratoianni fa sua la parola d'ordine del segretario Cgil: "Dobbiamo rivoltare il paese contro le troppe diseguaglianze che ci sono".