AGI - "Si può costringere una donna, una madre, una professionista che gode della stima dei suoi datori di lavoro a rivelare la verità dolente di una vita privata funestata dalla malattia di un bambino di 7 anni irreversibilmente malato? In Italia, oggi, evidentemente sì". Antonella Giuli, sorella del ministro della Cultura, replica in una lettera aperta - e pubblicata dal Corriere.it - alle anticipazioni di 'Report', che andrà in onda stasera.
"Preceduto dalla grancassa mediatica e intimidatoria affidata a un sito di gossip (a volerne dir bene), la trasmissione 'Report' di Sigrifido Ranucci si appresta questa sera a mandare in onda un servizio nel quale verrebbe costruito un teorema che reputo per lo meno manipolatorio, se non pure falso e diffamante: Antonella Giuli, la sottoscritta, 'ci risulta lavora per Fratelli d'Italia e che in ufficio non ci va mai'; in più, durante il fine settimana, lavorerebbe per Fratelli d'Italia in palese conflitto con le regole cui è sottoposta per contratto. Proprio così afferma l'inviato di 'Report' Giorgio Mottola - 'ci risulta che lei lavora per Fratelli d'Italia e che in ufficio non ci va mai' - incalzandomi all'uscita dalla Camera dei Deputati, presso la cui Presidenza lavoro in qualità di addetta stampa, assieme ad altri colleghi. Sottotraccia, ma non poi troppo, la tesi di 'Report' è forse che io diserti il mio posto di lavoro per mettermi al servizio di Arianna Meloni, cui mi lega un rapporto limpido e pubblico di amicizia personale, fondato (perchè negarlo?) su un passato di comune militanza nella destra partitica italiana e testimoniato da scatti fotografici e riprese video delle quali non mi vergogno, anzi", prosegue Giuli.
"Il teorema è facilmente smentibile dai diretti interessati; a cominciare da chi, ai vertici del secondo ramo del Parlamento, ha potuto verificare e apprezzare quotidianamente l'abnegazione e la disponibilità con cui onoro il mio impegno professionale (la mansione affidatami sin da subito e' stata la gestione delle numerosissime conferenze stampa quotidiane organizzate da tutti i gruppi politici a Montecitorio)", spiega ancora Giuli.
"Ma c'è qualcosa di peggio, qualcosa di più limaccioso e insinuante nelle domande di 'Report': che cosa fa Antonella Giuli durante il fine settimana? Lavora forse per Fratelli d'Italia? Ho risposto in modo sincero e preciso a quella domanda: vivo il tempo liberato dal lavoro come meglio credo; e cioè, salvi rarissimi casi, con la mia famiglia. Tanto ovvia è stata la mia risposta, quanto è lecito il mio dubbio che tale risposta verrà mandata in onda da 'Report' e, ove ciò accadesse, inquadrandola nel giusto contesto, oltreché nel rispetto del mio diritto alla privacy che non è diverso da quello di ciascun cittadino italiano", scrive ancora Antonella Giuli nella lettera pubblica di precisazione in merito al servizio di Report che la riguarda.
"Questo dubbio, appunto, mi induce a rendere pubblica una verità che io e mio marito avremmo voluto proteggere nel più stretto e amorevole riserbo: i miei fine settimana, i miei pochi attimi di libertà strappata alla vita sociale giornaliera, ma soprattutto le mie notti e i miei tormentati pensieri sono dedicati al mio dovere di madre di due bimbi piccoli uno dei quali" "affetto da una grave patologia curabile ma non guaribile, tale da rendere necessario il contributo della legge 104 art.3 comma 3. Ecco perché, come tutti gli altri addetti stampa sanno, all'alba sono dispensata dalla selezione della rassegna stampa cui si dedicano i miei generosissimi colleghi: devo preparare mio figlio e portarlo a scuola, dove è atteso da un'ammirevole maestra di sostegno".
"Era necessario che mi spingessi a tanto? - scrive ancora Giuli -. Sì e no, considerando il clima di attenzione (aggressione?) mediatica cui vengo sottoposta con crescente morbosità; forse, anche, in quanto sorella d'un ministro della Repubblica... Ma la vera domanda che mi pongo, che vi pongo, è un'altra: è giusto o no che oggi mi ritrovi in questa condizione? Nella condizione di dover giustificare a cielo aperto il diritto, riconosciutomi dalla legge, di accudire il mio intraducibile dolore personificato in Giulio? Un giorno, se la malattia glielo consentirà, mio figlio verrà a conoscenza di tutto questo e me ne chiederà conto, ce ne chiederà conto. Io so già che cosa rispondergli. 'Report' e tutti coloro che hanno contribuito ad alimentare questi falsi teoremi, che risposta hanno, posto che ne abbiano una?", conclude la sorella del ministro della Cultura.
"In merito a quanto anticipato da Antonella Giuli, Report ribadisce che non ha alcuna morbosità nei suoi confronti, né nei confronti del fratello Ministro. Non è neppure vero che è accusata di essere assente sul lavoro". Lo scrive sui social il giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore del programma di Rai Tre. "L'inchiesta a firma del nostro Giorgio Mottola documenta come Antonella Giuli, pur essendo stata assunta per chiamata diretta presso l'ufficio Stampa della Camera dei Deputati, come altri colleghi di altri partiti, abbia continuato a occuparsi di comunicazione in favore di Fratelli d'Italia e in particolare di Arianna Meloni. Circostanza espressamente vietata dal suo contratto, che richiedere l'esclusività e vieta ogni attività politica. Nessuno ha contestato ad Antonella Giuli il fatto di essere vicina ai suoi figli, ci mancherebbe. Qualsiasi speculazione giornalistica su questo tipo di interpretazione - conclude - è puro sciacallaggio".
Sulla vicenda interviene Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: "Nel suo imbarazzato e imbarazzante post di autodifesa, Ranucci non soltanto mente sostenendo di non avere accusato Antonella Giuli di assenteismo (basta riguardare la clip del suo inviato Mottola, per smentire la smentita), ma oltretutto la chiama più volte "Alessandra Giuli". Ora, delle due l'una: o Ranucci continua a mandare sconclusionati pizzini intimidatori (il fratello di Antonella è il ministro Alessandro Giuli), oppure con i suoi ripetuti lapsus Ranucci - spiega Foti in una nota - ci conferma nell'idea di essere caduto preda di una autentica ossessione patologica, della quale un buon analista saprebbe dare adeguate spiegazioni e per la quale dovrebbe suggerire una conseguente terapia. A pensar male, ma non sia mai, potremmo perfino suggerire che siano vere entrambe le ipotesi. Ad Antonella Giuli, la cui professionalita' e' trasversalmente apprezzata e riconosciuta, va la piu' piena solidarieta' dei deputati di Fratelli d'Italia, disgustati non solo per vederla obiettivo di un attacco tanto sconsiderato quanto meschino, ma anche in quanto colpita con inusuale perfidia nel ruolo di mamma".
"Sono fieramente all'opposizione del governo Meloni e del ministro Giuli - afferma il deputato di Italia viva Davide Faraone - ma non posso che esprimere solidarietà a lui e soprattutto a sua sorella Antonella, per la violenza che sta subendo da quando il fratello ha preso il posto di Sangiuliano. Prima no, non faceva notizia e non si montavano trasmissioni su di lei, non faceva ascolti. Adesso è stata costretta a raccontare di suo figlio, delle sue difficoltà, del tempo che dedica a lui, per rispondere a un attacco mediatico che con la politica non dovrebbe entrarci nulla. Al contrario di quello che dice Giorgia Meloni, per me sono uno dei peggiori governi della storia, ma nulla può giustificare il linciaggio mediatico, la mancanza totale di rispetto della vita di una donna e della sua famiglia", conclude Faraone.
"Ma ancora prima che vada in onda vi mettete a minacciare Report per le sue inchieste giornalistiche sul potere? - chiede Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del PD -. Ma ministri ed esponenti della destra di governo su chi altri dovrebbero accendere i riflettori? Volete ridurre tutti a megafono del padrone ma esistono giornalisti e programmi che non lo saranno mai".