AGI - Nei giorni in cui cade il secondo anniversario del Governo Meloni (in carica ufficialmente dal 22 ottobre 2022) è ancora più utile del solito fare il punto sull’orientamento politico degli italiani con la nostra Supermedia. Sul fronte delle intenzioni di voto, questa settimana non si registrano particolari novità. L’unica eccezione è il lieve calo di Fratelli d’Italia (sempre primo partico, ma con una flessione di 3 decimali nelle ultime due settimane), che però è più che compensato dalla crescita degli altri due partiti del centrodestra, Forza Italia e – soprattutto – la Lega, che sale di ben mezzo punto. Se per il partito di Antonio Tajani si tratta del dato più alto della legislatura, che quasi eguaglia il 9,6% ottenuto alle ultime Europee (dove però in lista c’era anche Noi Moderati), per il partito di Salvini la crescita si può forse spiegare con la centralità che il tema dei migranti ha assunto nel dibattito pubblico nell’ultimo periodo.
Per quanto riguarda le forze di opposizione, il Partito Democratico torna leggermente sopra il 23%, soglia attorno alla quale i democratici oscillano ormai da diverse settimane, mentre Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra si mantengono stabili sui valori dell’ultimo periodo. C’è da segnalare che le due forze del fu terzo polo (Azione e Italia Viva), valgono nel complesso solo il 5% dei consensi: per l’area liberal-centrista si tratta del dato più basso da inizio legislatura.
A proposito di record, proprio questa settimana è il centrodestra a toccare il suo punto più alto, sempre considerando l’inizio della legislatura: la coalizione di governo è salita di ben due punti rispetto alle ultime Europee, e di quasi quattro punti dal momento in cui si è insediato l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Ma la crescita si registra anche se si prende in considerazione il periodo che ha preceduto le Politiche 2022, quando a Palazzo Chigi c’era Mario Draghi, e i partiti di centrodestra nel complesso valevano circa il 47%. La coalizione, poi, ottenne “solo” poco meno del 44% alle elezioni successive, pur vincendole con ampio margine rispetto al centrosinistra.
Ma le intenzioni di voto raccontano solo una parte della storia. Per capire come si è evoluto il sentiment dell’opinione pubblica nei confronti del Governo Meloni in questi suoi primi due anni di vita è opportuno guardare agli indici di gradimento, anch’essi registrati – con cadenza più o meno regolare – da diversi istituti demoscopici. Qui c’è da fare una breve quanto necessaria premessa: mentre i dati sulle intenzioni di voto sono piuttosto univoci, poiché si ricavano attraverso domande formulate in modo sostanzialmente identico, gli indici di gradimento vengono ricavati con modalità diverse tra i vari istituti: ad esempio, c’è chi chiede di dare un voto da 1 a 10, e in questo caso si considerano come “giudizi positivi” solo quelli pari o superiori a 6; altri domandano agli intervistati semplicemente se il loro è un giudizio positivo oppure negativo; altri ancora chiedono se si ha fiducia o meno verso l’istituzione (o la persona) oggetto dell’indagine, e a volte in questi casi bisogna accorpare il numero di chi risponde di avere “molta fiducia” con quelli che dichiarano di averne “abbastanza”. Queste differenze producono dati spesso e volentieri disomogenei, e ciò spiega anche perché non è possibile elaborare una “Supermedia della fiducia” in modo sistematico – come facciamo invece con le intenzioni di voto.
Detto questo, osservando il grafico che mette insieme le rilevazioni sul gradimento del Governo Meloni effettuate da alcuni istituti (scelti sulla base della numerosità e della continuità con cui hanno pubblicato questo tipo di dato) possiamo osservare senz’altro una tendenza. Durante i primissimi mesi, il Governo Meloni – come molti altri che l’hanno preceduto – ha goduto di quella che in gergo si chiama “luna di miele”, ossia un periodo di relativa apertura di credito e predisposizione positiva da parte degli elettori, tale per cui la fiducia e/o il gradimento dell’esecutivo era leggermente superiore al 50%. In seguito, la tendenza è stata quella di una graduale discesa, fino a valori intorno al 40% – e spesso anche al di sotto di tale soglia. Di recente, alcuni istituti (come Ipsos e Tecnè) hanno rilevato quella che potrebbe apparire come una leggera inversione di tendenza, ma è presto per dire se questo trend continuerà o se l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni (anche qui, in modo simile a quanto capitato ai suoi predecessori) proseguirà in un graduale declino del gradimento da parte degli elettori con il passare del tempo.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 10 al 23 ottobre, è stata effettuata il giorno 24 ottobre sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 23 ottobre), Eumetra (17 ottobre), Euromedia (15 ottobre), Noto (22 ottobre), Quorum (21 ottobre), SWG (14 e 21 ottobre) e Tecnè (12 e 19 ottobre). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it