AGI - "Assoluzione perché il fatto non sussiste". E' la richiesta avanzata dall'avvocato Giulia Bongiorno, al termine della sua arringa in difesa di Matteo Salvini, che a Palermo rischia una condanna a 6 anni di reclusione, perché accusato, quando era ministro dell'Interno, di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong Open Arms nell'agosto del 2019.
"Questa è stata la battaglia di Salvini sui diritti che sono diversi dalle pretese - ha detto la penalista -. Nell'agosto del 2019 il ministro stava combattendo una battaglia, ma certamente non contro i migranti che sono stati assistiti e tutelati. Una battaglia contro chi confonde le pretese e i diritti, ma usare a sproposito il termine diritto è molto pericoloso: non esiste il diritto di 'bighellonare' o di scegliere come, quando e dove fare sbarcare i migranti e quali; non esiste il diritto di ignorare offerta d'aiuto". La guardia costiera, ha concluso Bongiorno, "si è messa in ginocchio per avere una risposta da Open Arms sull'offerta di portare i migranti in Spagna. La stessa Spagna che ha offerto aiuto a Open Arms ricevendo come unica risposta un 'buonanotte'. Pagine nere di questa vicenda".
Parlando con i giornalisti a fine udienza (aggiornata al 20 dicembre prossimo per controrepliche e possibile sentenza) l'avvocato Bongiorno, ha aggiunto che "questo è un processo politico sotto un preciso punto di vista: poiché più volte è stato offerto a Open Arms la possibilità di una via di fuga, di fare scendere i migranti, e la ong si è rifiutata, ci siamo chiesti perché e la risposta ci è stata data da Oscar Camps che in un video alla fine ha detto che erano felici, ma non per lo sbarco, ma perché era caduto il ministro Salvini. Quindi per loro era una battaglia contro Salvini. E' un processo politico quanto si dice che la gioia di Open Arms èla caduta di Salvini".
Camps, "la mia gioia nel video? Perché i migranti erano sbarcati"
"E' stata una reazione immediata al fatto che i naufraghi erano stati trattenuti sulla nave di Open Arms per volontà del ministro Salvini. Era una manifestazione di soddisfazione perché la vicenda si era conclusa con l'approdo dei migranti". Così Oscar Camps, fondatore della ong spagnola Open Arms, al termine dell'udienza del processo, replicando a un passaggio dell'arriga difensiva.
La giornata di oggi era cominciata con un messaggio del vicepremier su X: "Qui aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo. A testa alta, senza paura, per l'Italia e gli italiani". Salvini era giunto in aula all'avvocato Giulia Bongiorno.
Lega in piazza, ci sono tre ministri
Contemporaneamente, sempre a Palermo, in piazza Politeama, c'è stata una manifestazione organizzata dalla Lega in sostegno di Salvini. In strada anche Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Valditara, Roberto Calderoli. "Sono qui perché ero al governo con lui in quel momento e perché sono della Lega", ha commentato il ministro dell'Economia. Assieme a loro, una nutrita schiera di parlamentari della Lega, con indosso una maglia recante la scritta: "Colpevole di aver difeso l'Italia, io sto con Salvini". In piazza un amplificatore ha rilanciato la voce di Giulia Bongiorno durante l'arringa difensiva al processo. "Il clima in quest'aula è stato di rispetto, di totale rispetto per la magistratura. Manifestare solidarietà esprime solo la voglia di alcuni rappresentanti del partito e dei parlamentari di stare vicini a Salvini", ha poi detto la penalista ai giornalisti a fine udienza.
La difesa: la nave della ong poteva andare in Spagna
"Dal 15 al 20 agosto Open Arms aveva avuto tantissime soluzioni e non soltanto quelle di cui si è parlato. C'è qualcosa di più, un varco, una possibilità creata dalla Guardia costiera, che definirei 'diritti umani'. Bastava dichiarare di non adattarsi alla convivenza a bordo - accusare, insonnia o stress, insomma - e si veniva sbarcati. Ciò che avviene dopo il 18 agosto: Open Arms riceve ordine da autorità spagnole di dirigersi in Spagna ma rifiuta", ha detto l'avvocato. La nave della ong spagnola, aggiunge la legale, rifiuta un primo porto spagnolo "perché troppo distante", le viene proposto "la scorta motovedetta ma rifiuta e dice no a un porto più vicino, Palma di Maiorca". Per Bongiorno "dobbiamo uscire dalla logica che è tutto un diritto: una cosa è un diritto altra cosa è la pretesa. Il diritto allo sbarco è una cosa. Decidere dove, come, perché e quando sbarcare è tutt'altro".
Ma perché, si chiede Bongiorno, "se c'erano tutte queste opzioni, se c'era questo varco aperto dalla Guarda costiera che consentivo lo sbarco se i migranti dichiarano 'non mi adatto', se c'erano queste disponibilità Open non li ha fatti sbarcare? La risposta è un video in cui alla fine di questa vicenda, il 20 agosto, si vede una esplosione di entusiasmo a bordo e chi commenta dice che non erano felici perché sbarcano, ma perché 'è caduto il ministro dell'Interno italiano'. Il 20 agosto non è felice perché sbarca, ma perché 'Salvini è caduto' e chi dice questo è Oscar Camps", il fondatore della ong spagnola.
"Anche il consulente dell'accusa è venuto in questo processo per dire che non c'era nessun buco nel barcone, nessuna fessura, nessuna avaria. A bordo erano dotati di un telefono satellitare. La verità, alla luce di questa informazione, è che questo barcone doveva andare li', in quel punto. Non c'è un distress, non è stato un incontro casuale ma c'era un vero e proprio appuntamento". Cosi' l'avvocato Giulia Buongiorno,l egale di Matteo Salvini, aprendo la sua arringa nel processo Open Arms, in cui Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong Open Arms nell'agosto del 2019.
"Tar obbliga all'assistenza non allo sbarco"
Per Bongiorno, "sul provvedimento del Tar è impossibile affermare che possa avere annullato completamente o in parte il decreto Salvini. Il Tar dice che bisognava dare assistenza. Non mi dilungherò oltremodo e rimando alla memoria ma qui mi preme dire che in quel provvedimento, emesso 'inaudita altera parte', l'Italia deve solo fornire assistenza, non si parla di un obbligo di sbarco".
Assegnata la scorta a Righi
Anche la sostituta procuratrice Giorgia Righi, impegnata nel processo Open Arms, si muove con la scorta. Con questo dispositivo di sicurezza infatti la pm è giunta all'aula bunker del carcere di Pagliarelli, dove rappresenta l'accusa assieme all'aggiunta Marzia Sabella e al sostituto Calogero Ferrara. Righi - che fa anche parte della Dda di Palermo - era l'unica pm che rappresenta l'accusa in questo processo a non essere scortata. Un provvedimento che si è reso necessario dopo le minacce giunte ai magistrati successivamente all'udienza in cui è stata chiesta la condanna a 6 anni per Salvini.
Salvini su X, "difendere i confini per me non è reato"
"Il 20 dicembre, il venerdì prima di Natale, scoprirò se per i giudici di Palermo sono colpevole di sequestro di persona perché ho bloccato gli sbarchi clandestini o se sono semplicemente una persona che ha fatto il suo lavoro e difeso il suo paese". Lo ha detto in un video postato su X il leader della Lega, Matteo Salvini, al termine della giornata. "Quindi ci rivediamo qua nella splendida Palermo, che poi diciamo che è l'aspetto positivo, io vengo in questa splendida città per ogni udienza. Venerdì 20 dicembre, venerdì 20 dicembre, venerdì 20 dicembre. Per quello che mi riguarda, difendere i confini non è mai un reato", conclude.
L'Anm, "la narrazione di Salvini semplicistica e avvelenata"
"Il ministro Salvini ha tutto il diritto di difendersi e tutti gli strumenti per farlo nel processo, ma questo è un modo di raccontare un processo all'esterno che genera sfiducia nell'istituzione giudiziaria. Questo fa male alle intere istituzioni repubblicane". Lo ha detto il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, ospite a 'Tagada'' su La7, commentando la presenza di parlamentari e ministri della Lega oggi a Palermo. "E' una vicenda complessa - ha aggiunto Santalucia - e questo è un modo semplicistico e avvelenato di rappresentare i rapporti tra istituzioni".