AGI - “Non allentare la tensione, ma tenere riflettori puntati su questa grande sfida”. La segretaria del Pd Elly Schlein detta così la linea dell’opposizione dal palco dell’assemblea nazionale del comitato referendario contro l’autonomia, chiamando alla mobilitazione “per fermare una riforma che spacca in due il Paese che invece ha bisogno di essere ricucito nelle sue fratture e ferite”.
“È in gioco la visione del Paese, e non ci rassegniamo all’idea di un’Italia in cui il destino di una persona è scritto nel luogo o nella famiglia dove nasce o cresce, in piena violazione con l’art. 3 della Costituzione”, osserva la segretaria che poi si sofferma sul comitato che lavora all’individuazione dei Lep, colpevole di “lavorare alla presa in considerazione degli indicatori sociodemografici, che tradotto vuol dire esattamente fotografare le diseguaglianze esistenti e cristallizzarle per sempre”. “Questa autonomia rischia di essere il colpo di grazia nei confronti della sanità pubblica e la prova della volontà di privatizzazione strisciante che questa destra porta avanti, non per sciatteria o disattenzione, ma perché ha un disegno: vuole una sanità a misura del portafoglio delle persone”, sottolinea Schlein.
Poi la leader del Pd riserva una parentesi alle chat uscite sulla stampa in merito all’elezione, prevista per martedì, del nuovo giudice della Corta Costituzionale: “Per essere chiari noi non accetteremo alcuno tipo di blitz sull’elezione dei giudici della Corte costituzionale, ed è gravissimo anche solo averlo appreso dalla stampa. Questa concezione proprietaria delle massime istituzioni della Repubblica - insiste - deve finire e deve vederci tutti mobilitati a difesa delle garanzie democratiche”.
Schlein ricorda, poi, i referendum del 2011 sui beni comuni, per l’acqua pubblica e contro il nucleare: “Già in quell’occasione dimostrammo che non è vero che i cittadini hanno perso interesse per la cosa pubblica”. Infine, conclude, attaccando governo e maggioranza sul premierato: “Fratelli d’Italia si piega all’antico disegno secessionista della Lega per un cinico baratto con la riforma costituzionale sul premierato su cui dobbiamo mobilitarci perché pericolosa”.