AGI - Inutili i respingimenti, inutili i militari alle frontiere, crudeli e in peccato - peccato grave, che è negazione di Dio - quanti fanno di tutto per bloccare i disperati, e ce ne sono. Semmai si organizzino accessi "sicuri e regolari". Infine sia lode - proprio così: lode - a quelli che vanno per mare a raccogliere i migranti sui loro gommoni e i loro barconi già pieni d'acqua. Cita esplicitamente la Mediterranea Saving Humans, che ha concluso appena ieri l'ennesima missione di recupero, Papa Francesco, che decide con gesto quasi straordinario di interrompere il ciclo di riflessioni delle udienze generali. Oggi non si parla dello Spirito Santo, argomento della scorsa settimana. Oggi si parla di uomini, donne e bambini che "anche in questo momento stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza". E che spesso non vedranno mai. Il pontefice è rimasto ulteriormente colpito dalle cronache di questi giorni, dallo stillicidio di arrivi - pochi - e morti lungo il cammino, che invece sono molte.
Imbarcazione in pericolo nel #Mediterraneo centrale!@alarm_phone segnala un'imbarcazione in pericolo a sud di #Lampedusa.
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) August 26, 2024
Il gommone sta imbarcando acqua e il rischio di naufragio è imminente.
Le autorità sono state avvisate, è necessaria un'operazione di soccorso ora! https://t.co/ogYyjlNrBD
Nelle sue stesse parole: "le rotte migratorie di oggi sono spesso segnate da attraversamenti di mari e deserti, che per molte, troppe, troppe persone, risultano mortali". Per questo, scandisce seduto sul sagrato di San Pietro, in una mattinata resa un po' più fresca dalla pioggia di ieri, "voglio soffermarmi su questo dramma, questo dolore. Alcune di queste rotte le conosciamo meglio, perché stanno spesso sotto i riflettori; altre, la maggior parte, sono poco note, ma non per questo meno battute". Deserti e mari, ma anche "oceano, lago, fiume, tutte le masse d'acqua insidiose che tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro meta". Così come il deserto "non è solo quello di sabbia e dune, o quello roccioso, ma sono pure tutti quei territori impervi e pericolosi, come le foreste, le giungle, le steppe dove i migranti camminano da soli, abbandonati a se' stessi". In tutti questi casi "attraversamenti che per molte, troppe, troppe persone, risultano mortali". Così il Mediterraneo diviene un cimitero "e la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati".
Parte quindi il primo strale, e i destinatari sono molti: "Bisogna dirlo con chiarezza: c'è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave". Ugualmente "alcuni deserti diventano anch'essi cimiteri di migranti. E pure qui spesso non si tratta di morti 'naturali'. No. A volte nel deserto ce li hanno portati e abbandonati". E nessuno li cerca più: "Nell'epoca dei satelliti e dei droni, ci sono uomini, donne e bambini migranti che nessuno deve vedere. Solo Dio li vede e ascolta il loro grido. Questa è una crudeltà della nostra civiltà". Ma si tenga a mente: "il Signore è con i migranti, non con quelli che li respingono". E se "su una cosa potremmo essere tutti d'accordo: in quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci" deve anche essere chiaro che "non è attraverso leggi più restrittive, non è con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che otterremo questo risultato".
La fine della tratta di esseri umani si avrà, piuttosto, "ampliando le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, violenze, persecuzioni e da varie calamita'" e allo stesso tempo "favorendo in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà. E unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui". Di fronte all'emergenza sia lode a chi si rimbocca le maniche: "tanti buoni samaritani, che si prodigano per soccorrere e salvare i migranti feriti e abbandonati sulle rotte di disperata speranza, nei cinque continenti". Sono "uomini e donne coraggiosi, segno di una umanità che non si lascia contagiare dalla cattiva cultura dell'indifferenza e dello scarto. E chi non può stare come loro in prima linea, non per questo è escluso da tale lotta di civiltà: ci sono tanti modi di dare il proprio contributo, primo fra tutti la preghiera". Tutti coinvolti, dunque, nessuno può dire di non aver visto, ne' sentito, ne' saputo. Non a caso dopo aver citato la Mediterranea Saving Humans "e altri", il Papa si rivolge con tono deciso ai presenti, e gli chiede: "E voi pregate o volete cacciarli via?". Come a dire: a nessuno e' permessa l'ignavia.