AGI - "Le liste di proscrizione di 'sionisti' sono chiaramente un invito alla violenza. E cosi' vanno trattate sotto un profilo legale. Ma il problema è oramai più generale. La violenza, per ora verbale, si accende sui social a ogni discussione su Israele. Nei giorni scorsi un ex grillino, la cui unica professione oggi è quella di fare l'ospite pagato del circo mediatico, ha usato un mio video tagliato ad arte su Israele, inframezzato da foto delle vittime palestinesi, per invitare la sua base di follower ad attaccarmi. Da qui centinaia di messaggi di una violenza inaudita con minacce personali e alla mia famiglia, figli compresi". Lo denuncia il leader di Azione Carlo Calenda facendo riferimento alla lista dei nomi delle personalità pro-Israele pubblicata sul sito del nuovo pci.
"In dieci anni di attività politica e di Governo e di gestione di dossier complessi e controversi, non avevo mai sperimentato un tale livello di violenza. La mia 'colpà - spiega ancora - è quella di aver condannato chi partecipa a manifestazioni in cui si urlano slogan in arabo del tenore di 'morte agli ebrei' e di aver negato l'intento genocida di Israele nei confronti del popolo palestinese. Considero l'azione del governo Netanyahu inaccettabile, immorale e criminale nel momento in cui non rispetta le regole della guerra moderna in fatto di vittime civili. I proclami dei politici dell'estrema destra israeliana non differiscono in gravità da quelli dei comandanti di Hamas. La mia posizione è dunque certamente non tenera con Israele, di cui però riconosco il diritto a difendersi nell'ambito di un perimetro che non sta rispettando e quello di eliminare in modo mirato gli autori degli attentati del 7 ottobre ospitati da Stati canaglia. Qualsiasi posizione articolata non soddisfa ovviamente le tifoserie contrapposte e genera una messa all'indice che ha conseguenze pericolose".
"La semplificazione di vicende complesse in tifo da stadio è oramai un dato acquisito della democrazia all'epoca dei social. L'istigazione alla violenza non puo' essere pero' tollerata, rappresentando un ulteriore passo verso il baratro politico e culturale che sta distruggendo le democrazie" conclude.
Alla denuncia di Calenda ha fatto seguito un coro di solidarietà e vicinanza che vede Maria Stella Gelmini affermare che questi "attacchi vili che non fermeranno l'impegno e la passione di Carlo per il suo lavoro", ma anche il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha fatto arrivare il suo messaggio "è inaccettabile che lui e la sua famiglia siano stati oggetto di minacce e insulti di una tale gravità. La giustizia e il buon senso devono prevalere su chi cerca di diffondere odio".