AGI - Dal Brasile Sergio Mattarella lancia un appello ai "nuovi protagonisti", i Paesi emergenti, affinché non si sottraggano al dialogo e alla cooperazione, attraverso soprattutto il confronto con l'Unione europea. Il capo dello Stato ricorda la nascita, nel 1955 in Indonesia, del Movimento dei 'non allineati' che si poneva contro il dominio delle superpotenze di allora. E chiede alle democrazie del Sud del mondo, Brasile, India, Sudafrica e Indonesia, uno 'scatto', un "passo in avanti": quello, scandisce, "di essere allineati su buone cause", come la costruzione della pace, la lotta alla fame nel mondo, ai cambiamenti climatici, e alle diseguaglianze.
Per arrivare a questo risultato, sottolinea Mattarella, è necessario un "rilancio del multilateralismo" attraverso una profonda riforma delle sue architetture ormai "inadeguate" ai cambiamenti della storia. Dal Centro brasiliano di studi internazionale di Rio de Jainero, poi, il capo dello Stato tiene a elogiare il modello locale di accoglienza e ricorda le leggi che qui favoriscono il riconoscimento della cittadinanza agli immigrati (in Brasile è in vigore lo ius soli). "Il Brasile dà una lezione di civiltà, non soltanto con l'accoglienza e la crescita sociale dei migranti, ma anche con la capacità di rendere cittadini persone venute da tante parti del mondo tutti brasiliani, autenticamente e orgogliosamente brasiliani, pur sapendoli di origini e di antenati di altri Paesi", scandisce.
"Qualche tempo fa - rivela - un presidente di una Repubblica europea mi ha detto 'Noi stiamo difendendo la genuina identità autentica degli europei'. Io gli ho risposto 'Noi dall'epoca dell'impero romano abbiamo subito immigrazioni e invasioni, lo stesso impero romano era frutto di comunanza di etnie, di popolazioni e realtà differenti'. Questo è avvenuto nel corso del tempo e dei secoli e il risultato finale non ci dispiace affatto".
"Non possiamo rassegnarci alla guerra", afferma inoltre Mattarella, invitando a "non cullarsi nell'illusione" che il conflitto ucraino sia una "crisi regionale". "La crisi è globale - sostiene - perché globali sono sia la gravità dell'attentato alla convivenza internazionale commesso dalla Federazione Russa sia le responsabilità dell'aggressore, che è membro permanente del Consiglio di Sicurezza". "I nostri giovani in Europa sono sconvolti dalla guerra in Ucraina" perché "da 70 anni in Europa si era accantonata l'idea di guerra. I Paesi che per secoli si sono sanguinosamente combattuti, all'indomani della seconda guerra mondiale, hanno deciso di mettere insieme il futuro. Questo ha sconvolto i giovani: per loro l'idea della guerra è fuori dalla realtà della storia e del mondo", afferma Mattarella.
"Vi è da pensare in termini innovativi: il mondo ha bisogno di energie nuove - esorta -. I vecchi protagonisti non sono da accantonare, ma sono insufficienti e inadeguati per i problemi globali che il mondo presenta". E il riferimento ai 'vecchi protagonisti' appare non tanto rivolto a qualche leader politico o singola persona ma alle 'architetture' internazionali, come G7 e Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 'tarate' ancora su equilibri ormai superati dalla storia. "Per evitare il ritorno a concezioni dell'Ottocento, del Settecento, come sta avvenendo in Europa, c'è bisogno di nuovi protagonisti della vita internazionale, non come senso di rivalsa, ma come senso di protagonismo che dia indicazioni", aggiunge. Anche per questo Mattarella tiene a sottolineare nuovamente le "ampie sintonie" registrate tra le presidenze italiana del G7 e brasiliana del G20. "Un disallineamento marcato tra due consessi così importanti per il dibattito internazionale sarebbe stato un imperdonabile errore gravido di conseguenze", sostiene.
Un altro aspetto che il presidente tiene a sottolineare "è l'urgenza di una transizione verde che sia concreta, pragmatica, sostenibile ed efficace". "Per troppo tempo abbiamo affrontato in modo inadeguato la questione della tutela dell'ambiente e del cambiamento climatico", afferma. Durante il suo intervento e nella replica al dibattito che ne segue con i 'padroni di casa' Rubens Ricupero, ex ministro brasiliano, e Paolo Bruni componente de Board di Cebri, Mattarella poi chiede che "Brasile e Italia non manchino di prestare doverosa attenzione alle proposte di rinnovamento delle Nazioni Unite e delle istituzioni finanziarie internazionali". "I nostri due Paesi propongono e promuovono soluzioni diverse rispetto all'indispensabile riforma del Consiglio di Sicurezza", ricorda. "Quello che forse tralasciamo di sottolineare è che entrambe le proposte partono da un'analisi comune - l'evidente inadeguatezza di strutture concepite ottant'anni fa - e si prefiggono un medesimo obiettivo: garantire maggiore rappresentatività all'organo chiamato a prendere le decisioni più delicate e importanti". Infine, il presidente cita il Papa: "'Nel mondo di oggi, diciamo la verità, la democrazia non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell'Uomo'. Non sono parole mie. Le ha pronunciate pochi giorni or sono, con l'efficacia comunicativa che lo caratterizza, Papa Francesco, il primo Pontefice sudamericano della storia".