AGI - Per il centrodestra è sempre più probabile il ritorno alle urne in Liguria dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Genova di confermare i domiciliari per Giovanni Toti. Occorre tenersi pronti, la linea che emerge in Forza Italia e anche nella Lega e in Fratelli d'Italia non si esclude l'opzione delle elezioni per evitare l'effetto logoramento.
Ma prima di ogni valutazione sarà preminente il confronto tra il presidente della Regione e i suoi alleati. Toti ha chiesto di vedere il leader della Lega Matteo Salvini che forse più di altri ha difeso il governatore e attaccato i giudici. Incontrerà il suo movimento e le altre forze politiche, la sua intenzione iniziale - riferiscono fonti parlamentari del centrodestra - era quella di aspettare la Cassazione.
Ma il confronto sarà a tutto campo, perché pure il partito di via Bellerio non chiude al ricorso agli elettori che potrebbe eventualmente avvenire anche in autunno, non per forza in primavera. Comunque, nell'eventualità di una fine anticipata della legislatura l'obiettivo è ricercare una figura nuova, di area, sul modello del sindaco di Genova Marco Bucci, anche se nelle scorse settimane la ricerca sottotraccia e parallela alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il presidente della Regione non ha dato esiti positivi.
Intanto Toti in una lettera inviata al suo avvocato Stefano Savi ha spiegato di considerare in questo momento "la poltrona di presidente un peso" più "che un onore. Forse sarebbe stato più facile, fin da subito, sbattere la porta, con indignazione, al solo sospetto", ha scritto, "non mi spaventa rinunciare a un ruolo a cui pure sono legato".
"Vedo come una liberazione poter ridare la parola agli elettori, ma la Presidenza non è un bene personale. Nei prossimi giorni, con il permesso dei magistrati, tornerò a incontrarmi con gli amici del movimento politico e gli alleati", si legge nella lettera nella quale rivendica il suo operato. "Sono certo" - sottolinea - che gli elettori "sapranno giudicare quello che è stato fatto fino ad oggi e sceglieranno per continuare a vivere e lavorare in una Liguria libera, che guarda al futuro con ottimismo, che premia l'intraprendenza, che rivendica un ruolo in Italia. E deluderanno chi, sciacallescamente, dimenticando ogni principio giuridico civile, cavalcando sospetto, odio e invidia sociale, agogna a riconquistare un ruolo, sull'onda delle carte bollate e non dei programmi".
"Ho sperato, e spero ancora, che giustizia e politica possano rispettare i propri ruoli e le proprie prerogative. Che, mentre i Pm legittimamente indagano, la politica, con le sue regole, i suoi riti, le sue aule, possa fare le proprie considerazioni per il bene comune. Sembrano regole astratte, ma si chiamano 'democrazia'", le parole del presidente della Regione.
"La legislatura - il suo sfogo - cominciata con le elezioni del 2020, vinte, con ampio consenso, per la seconda volta, dalla mia proposta politica, è stata di fatto un reality show, all'insaputa dei partecipanti. Intercettazioni telefoniche, intercettazioni ambientali, telecamere negli uffici, pedinamenti. Nessuno è stato escluso. Quattro anni delle nostre vite documentate, dal tavolo del ristorante al colore della giacca. Da tutta questa enciclopedica opera di controllo emerge una ipotesi di reato che ancora mi stupisce".
"Emerge anche - scrive ancora - che mi sono interessato ad alcune pratiche che ritenevo importanti. Laddove era legittimo, si è fatto. Dove non lo era, non si è fatto. Quindi, soldi regolari, pratiche regolari - prosegue - E allora quale è l'accusa?". La missiva è anche una replica alle motivazioni ai giudici: "Il rischio reiterazione è impossibile", "un'azione autolesionista contro la logica", "ho capito benissimo cosa mi viene addebitato".
Mentre le consigliere laiche del Csm Claudia Eccher e Isabella Bertolini hanno chiesto l'apertura di una pratica per verificare se sussistono a carico dei magistrati, componenti del Collegio, "profili di illecito disciplinare".