AGI - Dopo gli 'attriti' nella maggioranza di governo sulle parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica, è la premier Giorgia Meloni a voler mettere fine alle polemiche. "Io francamente non ho letto, a differenza di altri, nelle parole del presidente della Repubblica un attacco al governo e penso che non si faccia un favore alle istituzioni di questa nazione e al presidente della Repubblica se ogni cosa che dice viene strumentalizzata come se fosse il capo dell'opposizione", afferma in un'intervista a Diritto e Rovescio. Parole che al Quirinale giudicano come una valutazione "corretta".
Di diverso avviso, inizialmente, il vicepremier Matteo Salvini, che ha invece letto nelle dichiarazioni del Capo dello Stato ("non può esserci l'assolutismo della maggioranza") un riferimento al centrodestra e al governo, impegnati nell'approvazione della riforma costituzionale sul premierato, e ha parlato semmai "di una dittatura della minoranza", per poi correggere il tiro e ribadire in una nota del partito la "grande stima" nei confronti di Sergio Mattarella, precisando che le sue riflessioni non si riferivano certo alle parole pronunciate dal presidente della Repubblica. Prende le distanze l'altro vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, secondo il quale "il Capo dello Stato va sempre rispettato".
La ministra delle Riforme Elisabetta Casellati esclude che il presidente della Repubblica si riferisse al premierato. Anzi, giudica, "un pò fastidioso che, da quando è iniziato il dibattito sulla riforma si cerca sempre di tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica, è una mancanza di rispetto verso una istituzione al di sopra delle parti, quindi direi basta".
E il collega di governo Francesco Lollobrigida osserva: "Io non commento le parole del Presidente della Repubblica. E' un autorevole esponente di questa nazione, può dire e pensare quello che ritiene più opportuno e noi possiamo solo leggere quello che dice il Presidente". La premier però allarga il ragionamento, fino a toccare la riforma costituzionale, non risparmiando 'stilettate' al Pd. Innanzitutto, per Meloni "il discorso del presidente della Repubblica sulla democrazia era un discorso molto alto ed io lo condivido perchè è vero che nelle democrazie non esiste un assolutismo nei poteri, non esiste neanche un assolutismo nella maggioranza, è per questo che ci sono pesi e contrappesi nei sistemi democratici".
Ma, sottolinea ancora, "mi corre l'obbligo di dire che se non esiste un assolutismo della maggioranza, figuriamoci se può esistere un assolutismo della minoranza, che è quello che abbiamo purtroppo visto quando al governo c'era la sinistra. Abbiamo visto gente che perdeva le elezioni, che arrivava nonostante ciò al governo e che alla fine ti diceva pure se potevi o non potevi uscire di casa, quello è assolutismo dei poteri ed è il problema che ha la sinistra con questa riforma".
Infine, Meloni difende il premierato: "Il problema è che se decidono i cittadini loro probabilmente non possono più governare quando perdono le elezioni. Quindi il loro problema vero non è l'uomo solo al comando ma il rischio di non avere più un sistema nel quale c'è un Pd solo al comando".