AGI - La seconda giornata del vertice del G7 prevede la partecipazione inedita di Papa Francesco, primo pontefice a prendere parte a questo evento. Nella prima giornata del G7 è scoppiato un caso sull'aborto che ha provocato una dura presa di posizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei confronti del presidente francese Emmanuel Macron. Cosa è successo? La parola 'aborto' dovrebbe essere inserita nella dichiarazione finale del vertice, ha proposto la Francia ieri notte nell'ultimo confronto fra le delegazioni per la stesura del documento. La presidenza italiana decide che è sufficiente il riferimento a questo tema contenuto nella dichiarazione del G7 di Hiroshima, il presidente Emmanuel Macron si dice "rammaricato" e Meloni risponde a muso duro esortando l'inquilino dell'Eliseo a non "fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7".
La cronaca dei fatti
Nel primo pomeriggio, alla luce dei primi articoli apparsi, una fonte italiana, conversando con alcuni giornalisti a Borgo Egnazia, afferma che la polemica riguardante la mancata presenza della parola 'aborto' nella bozza della dichiarazione finale "è panna montata". E aggiunge: "Mi viene il sospetto che ci sia stata una strumentalizzazione elettorale o post elettorale di qualcuno che magari ha voluto inserire un elemento di disturbo in un G7 che sta andando benissimo". Un'altra ipotesi, ha proseguito la stessa fonte, è che "voi giornalisti, quando non avete la sostanza, cercate di scrivere qualcosa. Detto questo, è veramente una storia che sta montando senza motivi di sostanza, perché nel testo che verrà pubblicato ovviamente non si fa nessun passo indietro rispetto a Hiroshima e non è stato tolto nulla rispetto agli impegni presi dai leader del G7 in Giappone. Tanto è vero che nella dichiarazione di domani c'è un esplicito riferimento, in un paragrafo, agli impegni assunti a Hiroshima e che vengono riconfermati. Non c'è la parola aborto perché è negli impegni che vengono richiamati. Non è stato tolto nulla".
"Questa montatura - ha continuato la fonte - nasce dal fatto che nel pieno della notte si è arrivati alla lettura di quel paragrafo e c'è stata una proposta di modificare quegli impegni andando ben oltre. L'Italia non ha mai detto: non vogliamo andare oltre. Abbiamo semplicemente detto che avremmo voluto un testo bilanciato che riguardava anche altre tematiche. A quel punto - erano le 3 del mattino - abbiamo detto: confermiamo gli impegni di Hiroshima. Punto e basta".
"Insomma - ha sottolineato la fonte -, abbiamo detto che se c'è qualcosa da aggiungere anche noi abbiamo da aggiungere altre cose, per bilanciare il testo. A quel punto tutti hanno detto: sono le 3 di notte, andiamo a dormire". La fonte italiana, per la propria "etica professionale" non ha voluto rivelare le posizioni assunte dalle singole delegazioni ma ha sottolineato: "Abbiamo subito una scorrettezza ma noi non la faremo ad altri".
A chiedere di inserire la parola 'aborto' nel documento è stata la Francia, come emerge chiaramente dalla risposta data ai giornalisti dal presidente Emmanuel Macron dopo le dichiarazioni della fonte italiana. "La Francia - ha detto l'inquilino dell'Eliseo - ha integrato nella sua Costituzione il diritto delle donne all'aborto, la libertà di disporre del proprio corpo. Queste non sono le stesse sensibilità che esistono oggi nel vostro Paese. Me ne rammarico". In seguito a queste parole, interpellata dai giornalisti, Meloni ha affermato: "La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessita' di garantire che l'aborto sia 'sicuro e legale'.
È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni, infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già' dichiarato nei precedenti vertici. Non c'è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d'accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7".
Biden: "Il documento sarà approvato da tutti"
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha riferito che il comunicato finale del G7 verrà approvato "per consenso" dai membri del summit. È quanto ha riferito il pool a seguito della Casa Bianca, in merito alla controversia sulla menzione della difesa del diritto all'aborto nel documento. "Non sono a conoscenza dell'intenzione di discutere questo argomento", è il virgolettato di Biden che viene riportato, "vi posso dire che il comunicato del G7 sarà approvato per consenso da tutti gli Stati membri".