AGI - Lite in Ufficio di presidenza della Camera tra maggioranza e opposizione sulla portata delle sanzioni da comminare ai deputati coinvolti nella rissa in Aula durante l'esame del ddl sull'Autonomia. La riunione fiume, iniziata intorno alle 13 e conclusa alle 19, con l'annuncio in Aula dell'esito del voto, è iniziata con le audizioni di nove dei dodici convocati. Tre, i leghisti Domenico Furgiuele e Igor Iezzi, e il pentastellato Leonardo Donno (giustificato da certificato medico), non si sono presentati.
Durante le audizioni, secondo quanto si apprende, i deputati di maggioranza coinvolti nel parapiglia originato dal tentativo di Donno di consegnare la bandiera tricolore in Aula a Roberto Calderoli si sono giustificati spiegando di essere stati animati dal tentativo di proteggere il ministro leghista e di non avere compiuto atti offensivi verso il deputato pentastellato, portato via dall'Aula in sedia a rotelle.
La riunione è stata sospesa più volte e la maggioranza ha anche proposto di rinviare la decisione sulle sanzioni a domani o lunedì. Tra gli obiettivi - viene riferito da fonti di centrodestra - il tentativo di trovare l'unanimità. La discussione si è incentrata sulle sanzioni a Donno, Stumpo e Amendola, considerate eccessive dai rispettivi partiti, M5s e Pd. Inoltre, alcuni nella maggioranza si sono detti favorevoli al rinvio per dare la possibilità anche a Iezzi, Furgiuele e Donno di essere ascoltati.
In conclusione, la volontà di chiudere l'episodio e di dare un messaggio di fermezza ha prevalso nella maggioranza, anche per volontà del presidente della Camera Lorenzo Fontana. Il quale è stato durissimo nell'annunciare i provvedimenti all'Aula. Fontana ha parlato di grave "lesione al decoro dell'istituzione" e ha richiamato "tutti i deputati alla responsabilità di evitare il ripetersi di atteggiamenti o parole che, oltre ad arrecare offese o violenze verso altri, possano minare l'immagine" della Camera.
Si è, quindi, arrivati al voto 10 a sette. Censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per 15 giorni per Iezzi; sette giorni di stop ad Amich, Cangiano, Furgiuele, Mollicone e Stumpo; quattro giorni a Donno; tre giorni agli onorevoli Amendola e Candiani; due a Scotto e Stefanazzi. Hanno votato a favore i componenti di maggioranza dell'Ufficio di presidenza presenti alla riunione, più Roberto Giachetti di Italia viva e Benedetto Della Vedova di +Europa. Contro invece i componenti di Pd, M5s e Alleanza verdi e sinistra.
"Pur riconoscendo la necessità di intervenire tempestivamente sanzionando i comportamenti verificatisi in Aula nella giornata di ieri, purtroppo l'Ufficio di Presidenza non ha adottato nessun criterio di proporzionalità nel definire le giornate di interdizione dei deputati coinvolti", hanno lamentato Anna Ascani e Stefano Vaccari, deputati dem e membri Pd in Ufficio di presidenza di Montecitorio. "In particolare - hanno sottolineato - non è accettabile mettere sostanzialmente sullo stesso piano aggredito e aggressori. Per questa ragione abbiamo espresso un voto contrario nella riunione che ha deliberato le sanzioni comunicate dal Presidente all'Aula e agli interessati".
"Il messaggio che esce è bruttissimo soprattutto per i giovani: consegnare un tricolore, la bandiera del nostro Paese, a un ministro della Repubblica è equiparato a chi dà un cazzotto a un collega alla Camera. È inaccettabile", ha protestato il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli.
"Mi sembra di vedere Alberto Sordi quando diceva 'io so io e voi non siete un c...'. Ecco questo è Giorgia. E questo è quello che la maggioranza fa. E si percepisce un ulteriore salto di arroganza e aggressività di questa maggioranza".
"Il voto di Avs non poteva che essere negativo. La deliberazione dell'ufficio di presidenza in merito ai gravissimi fatti di ieri non ha stabilito eque sanzioni, al contrario ha finito per confondere vittime e responsabili e noi non ci stiamo", ha spiegato, dal canto suo, l'esponente di Alleanza verdi e sinistra Filiberto Zaratti.