AGI - L'ex ministro Carlo Calenda, e gli ex premier Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Sono loro i grandi delusi usciti con le ossa rotte dalla tornata elettorale europea. Il leader di Azione ha citato Churchill e riconosciuto che dalle urne è uscita "una dura sconfitta che non ci aspettavamo" ma ha rivendicato che "si può cadere, ma ci si rialza e si continua a combattere". "Quello che conta è il coraggio di continuare", ha detto Calenda, che ha annunciato "una grande 'costituente' dei riformisti, da domani come ieri. Dal Terzo Polo in poi ho cercato di avere un progetto politico. Ma Bonino fa partiti con nessuno e Renzi li fa per poi sfasciarli. Tuttavia non sono abituato ad attribuire ad altri le responsabilità. Devo guardare in casa mia - ha spiegato Calenda -. Mi rimprovero il fatto di aver creduto nel Terzo Polo", ha aggiunto, sottolineando che "l'unica cosa che non si può fare è far finta che le cose non siano successe".
"Niente, è andata male - ha ammesso su X Matteo Renzi -. Purtroppo la lista Stati Uniti d'Europa è rimasta fuori per pochissimo dal Parlamento Europeo. Mi spiace molto e vorrei abbracciare i volontari che si sono spesi per questa idea: siete stati meravigliosi. La gratuità del vostro servizio allarga il cuore. Vorrei abbracciare uno a uno le migliaia di persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda: sono davvero onorato di rappresentare comunque la speranza di tante persone anche se avrei preferito qualche voto in più alla lista. Sono grato a Emma Bonino e a tutti i dirigenti politici che ci hanno creduto", ha aggiunto l'ex premier.
"Ma la politica è una grande scuola di vita anche quando non si vince. E dunque non riesco a essere triste cari amici. Perchè sono molto convinto - ha chiarito Renzi - che fosse giusto fare questa proposta, in questo momento: al mondo impazzito di oggi servono gli Stati Uniti d'Europa ed è stato bello affermare le ragioni di un sogno controcorrente. Abbiamo lottato, abbiamo espresso idee nelle quali crediamo, ci siamo messi in gioco. Non abbiamo fatto il quorum, che peccato. Ma non smetteremo oggi di lottare per questa idea di Europa, l'unica nella quale l'Italia può giocare un ruolo da protagonista. Troveremo i modi per insistere sulla battaglia culturale e valoriale per un'Europa diversa. Sul risultato italiano - ha spiegato ancora Renzi - pesa l'assurda rottura del Terzo Polo: potevamo avere sette parlamentari europei riformisti, insieme. E invece sono zero. Che follia. Ma i cittadini hanno scelto e i cittadini hanno sempre ragione: auguro agli eletti di onorare l'impegno a Strasburgo facendo loro i complimenti più sinceri. Noi, dal Parlamento italiano e dai nostri ruoli di responsabilità, continueremo a fare la nostra parte col sorriso di chi sa che è meglio rischiare e perdere un'elezione che vivacchiare e perdere una sfida. Siamo fatti così - noi uomini nell'arena, avrebbe detto Roosevelt - e non cambieremo mai, per nulla al mondo. Viva gli Stati Uniti d'Europa!".
A chiudere è il presidente dei Cinquestelle, che si è fermato al 10%: "Prendiamo atto di un risultato sicuramente deludente. Potevamo sicuramente fare meglio, faremo una riflessione interna per cercare di approfondire le ragioni di questo risultato che non era quello che ci aspettavamo", ha ammesso Conte. "Potevamo sicuramente fare meglio, ma la valutazione dei cittadini è insindacabile", ha ripetuto. "In Europa saremo nell'area progressista e cercheremo in un difficile equilibrio di fare valere il nostro peso. Il nostro impegno politico non marca alcuna battuta d'arresto", ha concluso Conte.