AGI - Nel giorno in cui Forza Italia diventa il secondo partito del centrodestra, superando la Lega, anche se con un distacco sotto il punto percentuale (lo 0,62%), Matteo Salvini attacca Umberto Bossi, reo di aver fatto trapelare a urne aperte che il suo voto non sarebbe andato al partito fondato 40 anni fa. In una conferenza stampa convocata all'indomani del voto, nella sede federale di via Bellerio, il segretario leghista è particolarmente duro con il senatur, che, secondo quanto riferito dall'ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi, avrebbe votato per l'ex leghista Marco Reguzzoni, candidato indipendente nelle liste di FI, risultato non poi non eletto.
Salvini poi si dice soddisfatto del risultato delle Europee. Avevo auspicato un voto in più delle Politiche di due anni fa e così è stato, sottolinea. In effetti, nell'ultima consultazione nazionale, la Lega aveva preso l'8,9%, ora è al 9,05%. Anche se in termini di voti assoluti registra un calo di circa 400mila. Il capo leghista tiene a rivendicare l'obiettivo centrato del "record" registrato da Roberto Vannacci, campione di preferenze (500 mila), in particolare "al Nord", sottolinea. E a chi gli chiede delle perplessità espresse da alcuni dirigenti di partito sulla corsa del generale, risponde: "Sono sicuro che Zaia e Giorgetti hanno votato Lega. È un problema chi ha detto che non ha votato Lega. Uno le preferenze può darle a chi vuole ma se cambia partito non mi sembra una cosa normalissima".
"Io sono abituato a confrontarmi con gli avversari esterni, dover fare i conti con chi all'interno rema contro è complicato" si sfoga, attaccando Bossi. "Penso ai militanti, ai sindaci e alle persone che hanno dedicato giorni e notti al movimento all'affissione dei manifesti fuori da scuole e fabbriche. Non meritano che qualcuno dentro faccia altro, che faccia i propri interessi senza avere un obiettivo comune", continua. "Io sono abituato a vincere o perdere in squadra, non a tradire chi mi è di fianco. Non mi piacciono i fuggiaschi e coloro che tradiscono. Non è giusto che chi è iscritto a un partito, a urne aperte, dica che vota per un altro partito. In nessun altro partito italiano avviene qualcosa del genere. Io devo rendere conto a decine di migliaia di sostenitori, militanti e iscritti che non meritano questo. Valuteranno i militanti".
Detto questo, è arduo pensare a un'espulsione di Umberto Bossi, anche perché il senatur non ha la tessera della Lega Salvini premier, ma solo della Lega Nord, ormai 'scatola vuota', tenuta in vita per 'saldare' il debito con lo Stato per la sentenza sui rimborsi irregolari del partito. Per il resto, Salvini torna a chiedere che il centrodestra si unisca anche in Europa. Ma sembra farlo con meno convinzione, anche perché, dopo il voto, non solo le condizioni, ma anche i numeri per un accordo tra Ppe, Ecr e Id appaiono in salita.
Il capo della Lega anticipa che sarà mercoledì a Bruxelles per una riunione con Marine Le Pen e gli altri alleati di Id, che si pone all'opposizione - conferma - di una eventuale riproposizione dell'alleanza Ppe, Pse e Renew. Ma evita attacchi agli alleati di FI. "Se qualcuno vorrà scegliere un'alleanza con i socialisti e con Macron sara' libero di farlo", taglia corto.
Sul fronte interno, il vice premier leghista assicura che l'esito del voto rafforza l'azione del governo, fa i complimenti agli alleati Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Poi smentisce le indiscrezioni di stampa riguardo a un possibile ingresso di Zaia nell'esecutivo al Turismo, al posto di Daniela Santanché. Non ci sono richieste di rimpasto o cambiamenti da parte della Lega, assicura.
I dati delle Europee confermano che "la scelta nazionale è una scelta di futuro", conclude. "Se ho mai pensato di lasciare? No, io lasceròà nel giorno in cui non avessi più passione". Passata la paura, il segretario leghista quindi conferma che si ricandiderà al congresso federale del partito, da tenersi entro l'autunno.