AGI - Giorgia Meloni vola in Albania e insieme al presidente Edi Rama visita il nuovo centro migranti di Shengjin. Un progetto ha spiegato il premier da "670 milioni di euro per 5 anni, 134 milioni all'anno" che, ha aggiunto, "corrispondono al 7,5% delle spese connesse all'accoglienza dei migranti sul territorio nazionale: queste risorse non sono da considerare un costo aggiuntivo".
Il complesso dei due hotspot in Albania sarà in funzione dal 1 agosto 2024.
"Vogliamo fare le cose perbene", ha aggiunto. "Violazione dei diritti nei centri migranti in Albania? La realtà è ben altra", ha osservato, "i lavori della struttura di accoglienza per i migranti di Shengjin sono terminati", ha detto il presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa a Shengjin con il primo ministro albanese Edi Rama.
"Noi partiamo per ora da più di mille posti che arriveranno ai tremila previsti dal protocollo", ha osservato riferendosi alla struttura Cpr di Gjader e a quella di Shengjin che servirà invece come identificazione dei migranti.
"Per capire la portata di quello di cui sto parlando, dal primo gennaio del 2024 in Italia sono arrivate dai cosiddetti Paesi sicuri oltre 11mila persone. Con una stima prudenziale, immaginando che di queste 11mila persone i soggetti vulnerabili siano almeno la metà, se i centri fossero stati già funzionanti, noi avremmo potuto condurre in Albania 5.500 migranti. Con la ricettività attuale i centri avrebbero permesso di ospitare tutte queste persone".
"Qualche settimana fa - ha spiegato Meloni - circa 15 Nazioni europee su 27, quindi la maggioranza degli Stati membri dell'Ue, ha sottoscritto e inviato un appello alla Commissione per chiedere, tra le altre cose, che segua il modello italiano dell'accordo con Albania. Perfino la Germania, con le parole del suo ministro dell'Interno, ha dichiarato di seguire con interesse questo accordo". Un modello che secondo la premier italiana "è replicabile" in altri paesi d'Europa e che può diventare "una soluzione strutturale" dell'Unione europea, "lo capiamo noi e lo capiscono i sostenitori dell'immigrazione incontrollata che lo contestano. Abbiamo molti occhi puntati addosso, vogliamo riuscire. Un obiettivo del genere val bene due mesi di ritardo, legati alla natura dei terreni di Gjader che non avevamo previsto e hanno richiesto interventi di rafforzamento".
"Nel momento in cui per attaccare il governo italiano si mette in mezzo un partner internazionale, si rischia - ha osservato - di fare un danno non al governo ma all'Italia. Se qualcuno che è solidale con l'Italia, al di là del merito dell'accordo, viene inserito in una lotta del fango italiana, il rischio è che in futuro siano meno le nazioni disposte a fare accordi con noi".
L'accordo tra Roma e Tirana sul fronte dell'immigrazione si pone "tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari, accogliere in Europa solamente chi ne ha davvero diritto, chi ha davvero diritto alla protezione internazionale". Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso di una conferenza all'interno del centro per i migranti al porto di Shengjin, in Albania.
"Noi riteniamo che l'elemento di maggiore utilità di questo progetto sia che può rappresentare uno straordinario strumento di deterrenza per i migranti illegali decisi a raggiungere l'Italia e l'Europa", ha rimarcato la premier.
"I migranti che potranno essere sottoposti alla procedura accelerata saranno quelli provenienti dai cosiddetti Paesi di origine sicuri, elenco che di recente il governo ha ampliato e che ora comprende anche Bangladesh, Camerun, Colombia, Egitto, Perù e Sri Lanka, ampliamento che - ha osservato la premier - consente di aumentare la platea dei migranti che potranno essere condotti in Albania invece che in Italia".
"Voglio anche ricordare - ha aggiunto - che il tema delle procedure accelerate di frontiera, in forza del nuovo patto di migrazione e asilo diventeranno obbligatorie in tutta l'Unione Europea. Ricordo anche che l'Unione Europea nella revisione del bilancio pluriennale ha inserito un apposito stanziamento per facilitare proprio queste procedure accelerate, e quindi insomma, rispetto al racconto che si fa di violazione dello stato di diritto e amenità varie, la realtà è ben altra", ha concluso.
Rama, vergogna a chi ci ha gettato fango immeritato
Il primo ministro albanese Edi Rama è "dispiaciuto" per le "mezze verità" sul suo Paese che sono state scritte e diffuse dalla stampa in Italia da quando è stato varato l'accordo bilaterale sulla gestione dei flussi migratori. "Ho vissuto il tormento dell'anima per aver visto gettare tutto questo fango immeritato sull'Albania e sugli albanesi, mezze verità diffuse dai giornalisti anche del servizio pubblico. Dovrebbero vergognarsi coloro che hanno trasformato il diritto democratico di opporsi a un abuso del quarto potere", ha detto nella dichiarazione congiunta con la premier Giorgia Meloni a Tirana.
Il protocollo fra Italia e Albania sul tema dell'immigrazione "potrà funzionare o meno, se ci saranno dei problemi lo dirà il tempo, ma questo "è un accordo di cuore e responsabilità" ha aggiunto "ho letto così tante cose sui media italiani su quello che c'era dietro questo accordo, ma non abbiamo chiesto neanche un euro. Non abbiamo fatto questo tipo di calcoli, perché se avessimo chiesto un euro, noi non saremmo stati noi, e l'Albania non sarebbe stata quella che è e che dovrebbe essere", ovvero "un Paese amico, un alleato che sta lì pronto nel momento in cui un grande Paese amico come l'Italia ci chiede una mano".