AGI - Giancarlo Giorgetti, stando alle voci di chi ha parlato con lui, garantisce che resterà al Mef, "ho molto lavoro da fare". A una settimana dal voto per le elezioni europee un retroscena pubblicato da Repubblica, che vorrebbe il titolare dell'Economia in predicato di lasciare il governo per un posto a Bruxelles, torna ad aprire il rebus su chi sarà il nome indicato dall'Italia per far parte della prossima Commissione Ue.I rumors su Giorgetti si rincorrono da mesi - come quelli sul titolare delle politiche Ue Raffaele Fitto, di FdI - ma una eventuale collocazione a Bruxelles del ministro leghista necessiterebbe di un bilanciamento di equilibri politici, in Italia e in Europa, non banale. Giorgetti, spiegano fonti del Mef, intende rimanere alla guida del Ministero dell'Economia ed è impegnato a lavorare sulle prossime scadenze a partire dalla redazione del piano strutturale nazionale. Sui retroscena delle scorse settimane secondo cui sarebbe stato 'stanco' del suo ruolo - con una conduzione dei conti pubblici rivendicata dal primo giorno come "prudente e bilanciata" - il titolare dell'Economia aveva ribattuto scherzando: "Vi sembro stanco? Ho fatto 74 vasche, sono una bestia".
Proprio Fitto è tra i primi a commentare sostenendo sia presto per parlare di nomi per la Commissione europea: "La domanda sui nomi la vedo non lontana, lontanissima. Abbiamo da fare le elezioni, poi da verificare quali saranno le maggioranze". Dalla Lega il segretario Matteo Salvini bolla la vicenda come "fantasie". Il vice premier rimarca: "Il problema di certa stampa italiana è che sovrappone i propri desideri alla realtà. Giorgetti sta difendendo i risparmi degli italiani". Più sfumata la posizione dell'altro vice premier Antonio Tajani: "Mi pare che sia prematuro parlare di chi sarà il futuro commissario europeo italiano. Poi chiaramente il governo deciderà chi sarà il futuro commissario europeo, ce ne sono parecchi di nomi". Il leader di Forza Italia sottolinea: "Non ne ho parlato con loro, ma Giorgetti, Fitto sono persone che hanno grandi qualità che possono benissimo rappresentare l'Italia all'interno della Commissione europea".
È netto il presidente del Senato Ignazio La Russa: "Non è vero che Giorgetti vuole dimettersi, ha detto che era una bufala. Non credo che Giorgetti pensi alle dimissioni, è un ottimo ministro. E ha appena detto che ha tante cose da fare e che non vuole andare a fare il commissario europeo". L'agenda del Mef per i prossimi mesi è fitta e ricca di appuntamenti delicati. Sul fronte interno ci sono da scrivere i nuovi documenti di contabilità uguali per tutti i Paesi Ue, che sostituiranno il Def, il cui format è atteso entro settembre. C'è la partita sulla vendita del primo 41% di Ita a Lufthansa, l'accordo tra il Mef e la compagnia tedesca risale a oltre un anno fa, con l'attesa per il via libera da parte del'Antitrust Ue. E poi c'è il dossier del Superbonus, uno dei temi più ricorrenti nei ragionamenti di Giorgetti.
Entro fine giugno Eurostat dovrebbe chiarire il trattamento contabile della massa di crediti. Finora sono stati oggetto di sconto in fattura e cessione 219 miliardi di bonus edilizi, di cui 160 legati al Superbonus 110%. Nutrito anche il capitolo privatizzazioni, con l'attesa per il decreto sui criteri per la dismissione di una parte delle quote di Poste - che rimarrà comunque almeno al 51% dello Stato - e il dossier legato alla cessione della rete Tim a Kkr, con il ministero pronto a partecipare alla NetCo fino al 20%. Le opposizioni intanto incalzano il titolare del Mef. "Le voci sul ministro Giorgetti e il suo progetto di fuga in Europa, di fatto confermate dal ministro Tajani che lo indica come 'papabile' commissario Ue insieme a Raffaele Fitto, dimostrano che si sta preparando per lui una bella fuga di responsabilità", sostiene la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella.