AGI - Sergio Mattarella è atterrato a Dublino per una visita che si dividerà tra un incontro informale con il presidente Michael D. Higgins e la cerimonia di donazione del giardino della residenza dell'ambasciatore italiano alla città. Higgins e Mattarella vantano un lungo e consolidato rapporto, coltivato sia con incontri formali che con reciproche visite informali nei molti anni dei mandati (il presidente irlandese è in carica dal 2011), e il terreno di incontro è sempre stato l'Europa, anche nei comuni vertici di Arraiolos, più volte vivacizzati dalla linea euroscettica dei presidenti dei paesi del Nord e di Visegrad. Dopo alcuni incontri in mattinata, il capo dello Stato, accompagnato dalla figlia Laura, sarà ospite del presidente irlandese e della moglie Sabrina alla cena offerta in suo onore nella residenza presidenziale.
Domani mattina, dopo alcune visite informali, i due presidenti saranno alla Lucan house, accolti dall'ambasciatore italiano Ruggero Corrias, per la cerimonia di inaugurazione di Parco Italia, un giardino che finora ha ornato la residenza dell'ambasciatore di Roma in Irlanda e che verrà donato al South Dublin County Council. Lucan House, dimora in stile palladiano di fine '700, è stata la residenza degli Ambasciatori d'Italia in Irlanda per oltre ottant'anni fino a quando il Governo italiano ha deciso di cederla alla Contea di Sud Dublino per trasferirsi in centro città. Su iniziativa dell'ambasciatore italiano e della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il parco ora ospita l'esposizione permanente "Grazing in Lucan" composta da otto bufale di bronzo e un cavallo in vetroresina dell'artista italiano Davide Rivalta. Come risultato di questa iniziativa culturale e in memoria della presenza italiana in questa proprietà, l'area della tenuta ove sono posizionate le sculture è stata denominata, appunto, Parco Italia.
Al termine della cerimonia Mattarella e Higgins avranno un colloquio, poi nel pomeriggio il presidente ripartirà per Roma. L'iniziativa mira a suggellare gli ottimi rapporti tra i due paesi, da sempre in profonda sintonia su una linea europeista, ulteriormente confermata dopo la Brexit. Una sintonia che pare non debba essere messa alla prova nemmeno dopo il brusco cambio di leadership nel governo irlandese. Due mesi fa, il 20 marzo, Leo Varadkar, a lungo premier, si è dimesso a sorpresa per motivi "personali e politici" ancora non esplicitati ma che molti mettono in stretto collegamento con l'esito del referendum popolare sulla modernizzazione della Costituzione.
Il 7 marzo, è stato infatti bocciato il referendum bipartisan promosso anche con il favore del premier, dichiaratamente gay e che guidava nel partito liberale conservatore, in cui si chiamavano gli elettori a modificare la Carta del 1937 in direzione di una maggiore apertura alla parità di genere. A succedergli il giovane Simon Harris, per alcuni anni suo ministro e come lui esponente del Fine Gael, che si trova ora alla vigilia delle elezioni europee alla guida di un Paese che subisce ancora gli effetti politici della Brexit ed è scosso da manifestazioni contro i migranti. Le prossime elezioni politiche sono programmate per la primavera del 2025 e gli ultimi sondaggi danno nettamente in testa il Sinn Fèin, la formazione nazionalista di sinistra.