AGI - Tra le tensioni interne alla maggioranza sui provvedimenti legati al Superbonus e le incognite legate all’inchiesta che ha travolto la Regione Liguria, la politica italiana si avvia verso l’importante appuntamento con le elezioni europee (ma anche amministrative e regionali) dell’8 e 9 giugno. Lo stato di forma con cui le varie forze politiche si avvicinano a questo appuntamento emerge molto chiaramente dalla nostra Supermedia, la penultima prima del black-out imposto dalla legge sulla diffusione dei dati di sondaggio. A meno di un mese dal voto, emergono (o si confermano) tre linee di tendenza molto interessanti, ed è evidente che l’analisi del risultato delle elezioni europee non potrà prescindere dall’esito finale di queste tre dinamiche. Vediamole: la prima tendenza è una sorta di “stagnazione” di Fratelli d’Italia, che da diverse settimane si è posizionato poco sopra il 27%, molto lontano dall’obiettivo del 30% che avrebbe sancito un indiscutibile successo per il partito di Giorgia Meloni, che ad oggi invece – in base a questi numeri – è costretto a sperare di confermarsi almeno al di sopra del 26% ottenuto alle Politiche 2022. Per contro, il Partito Democratico mostra da diverso tempo una tendenza positiva che lo posiziona stabilmente sopra il 20%, anch’esso un obiettivo psicologicamente molto importante per la gestione di Elly Schlein.
La seconda linea di tendenza è la contesa, molto serrata, tra Lega e Forza Italia, che alle Europee si giocheranno la palma di secondo partito del centrodestra, esito che – è facile immaginare – avrà inevitabili ricadute su alcune scelte future del Governo. Al momento, i due partiti sono appaiati sull’8,5% e potrebbe bastare davvero poco (anche una candidatura particolarmente efficace nella raccolta delle preferenze) per determinare l’esito della sfida. La terza dinamica da tenere d’occhio, infine, riguarda il “pacchetto di mischia” delle tre liste che hanno l’obiettivo di superare la soglia di sbarramento del 4%. La novità di questa settimana è che tutte e tre queste forze – Stati Uniti d’Europa, Alleanza Verdi/Sinistra e ora anche Azione – sembrano averla raggiunta, quella soglia. Degno di nota è anche il fatto che questi tre soggetti siano racchiusi in poco più di mezzo punto, e anche qui basterà davvero poco perché uno o più di essi non prenda seggi (con effetti a cascata anche sul “bottino” dei partiti maggiori) o viceversa si imponga come “migliore degli altri”.
Oltre a queste tre linee di tendenza, vale la pena evidenziare come, anche questa settimana, la Supermedia mostri un dato non irresistibile per il Movimento 5 Stelle (sotto il 16%): per il partito di Giuseppe Conte, sembra difficile colmare il gap che lo separa dal PD, ma comunque il terzo posto non sembra in alcun modo in discussione. Infine, da sottolineare anche il dato delle due liste minori – Pace Terra Dignità di Santoro e Libertà di Cateno De Luca – entrambe intorno al 2%, piuttosto lontane quindi dall’obiettivo del 4%.
Nel complesso, sembra che il clima d’opinione delle ultime settimane non sia particolarmente positivo per la maggioranza e il centrodestra, soprattutto a seguito dello scandalo che ha investito la Regione Liguria, con il suo presidente Giovanni Toti (tra i leader di Noi Moderati, che alle Europee corre insieme a Forza Italia). Una vicenda che, sul piano dell’impatto mediatico – e politico – ha più che compensato le vicende delle settimane precedenti, che avevano coinvolto il Comune di Bari e lo stesso presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Indipendentemente dall’esito, il caso Toti sembra aver sollevato molte criticità tra gli italiani, come dimostra da ultimo un sondaggio SWG secondo cui la maggioranza relativa degli elettori (44%) ritiene si tratti di un caso molto grave che porterà “probabilmente a condanne molto gravi”. Una posizione che, comprensibilmente, risulta prevalente tra gli elettori di opposizione, ma che è condivisa anche da almeno un elettore di centrodestra su cinque.
La vicenda #Toti - dati SWG per @TgLa7 pic.twitter.com/ALTL9a6ysC
— SWG (@swg_research) May 13, 2024
D'altra parte, tra gli elettori dei partiti di maggioranza non sembra aver fatto molto presa la versione secondo cui si tratti di una manovra della magistratura per colpire il centrodestra (solo il 20% di loro la pensa così). Di certo, se si chiede alla totalità degli italiani cosa sia più opportuno, coloro che ritengono doverose le dimissioni di Toti sono più numerosi (49%) di quanti invece ritengono che debba rimanere al suo posto.
È possibile che nel prossimo futuro gli sviluppi di questa inchiesta condizioneranno anche l’atteggiamento degli elettori. Abbiamo tempo fino alla settimana prossima per scoprirlo attraverso i sondaggi, poi potremo solo aspettare – finalmente – l’esito delle urne.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 2 al 15 maggio, è stata
effettuata il giorno 16 maggio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 8 maggio), EMG (12 maggio), Eumetra (9 maggio), Quorum (6 e 13 maggio), SWG (6 e 13 maggio) e Tecnè (11 maggio). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.