AGI - A una settimana dal confronto televisivo fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein cresce il fuoco di sbarramento di chi vede nel 'duello' una violazione delle regole della par condicio. E il fronte della protesta di allarga dalle opposizioni, dove si fa sentire forte la voce dei Cinque Stelle, alla maggioranza, con i dubbi sollevati dal segretario Antonio Tajani.
Le duellanti, almeno su questo, sembrano essere sulla stessa lunghezza d'onda: il duello televisivo sarà un'occasione per aiutare i cittadini a scegliere. "Il confronto con la presidente del consiglio potrebbe rappresentare un momento di chiarezza per le persone", dice Elly Schlein in una intervista al Quotidiano Nazionale. "Emergeranno due visioni di Europa agli antipodi", aggiunge la leader dem. "È un modo per aiutare i cittadini nella loro scelta", conferma qualche ora dopo la premier Giorgia: "Mi fanno sorridere le lamentele e le denunce. Io sono sempre per il confronto, gli altri liberissimi di farne altri, se vogliono. Ma mi pare eccessivo brigare per evitare questo", chiosa Meloni.
In prima linea a contestare il format del confronto a due è il Movimento 5 Stelle.
Barbara Floridia, pentastellata presidente della Commissione di Vigilanza Rai, interviene con una lettera ai vertici del servizio pubblico e all'AgCom chiedendo "garanzie sulla parità di condizioni e di trattamento a tutti i partecipanti alle elezioni europee", e sulla corretta applicazione della delibera approvata in Vigilanza lo scorso 9 aprile, "evitando indebiti vantaggi per alcune forze politiche rispetto ad altre". Contro il confronto anche Alleanza Verdi e Sinistra, mentre Matteo Renzi apre e, anzi, si rammarica di non poter confrontarsi direttamente con il leader di Forza Italia. "Bruno Vespa mi ha chiesto di partecipare a un faccia a faccia con Antonio Tajani. Ho accettato. Tajani no. Chissà perché... Forza Italia scappa dal confronto, peccato".
I mal di pancia per il duello tv, infatti, travalicano il perimetro delle opposizioni. "Alle europee non si corre con il maggioritario", dice Tajani. "Alle europee si corre con il proporzionale, quindi tutte le forze devono partecipare al dibattito. Non ci sono forze di serie 'A' e quelle di serie 'B'", chiosa il ministro. Insomma, se confronto deve essere, per Tajani, è bene che sia un vero confronto all'americana, "con tutti i leader in scena, cosi' si rispetta la par condicio e lo spirito del sistema elettorale. In questa tornata di votazioni non c’è centrodestra contro centrosinistra, ma uno schema di gara differente: non tra due schieramenti ma tra tanti partiti", conclude Tajani. Una argomentazione simile è quella del leader di Azione Carlo Calenda: "È sempre sbagliato fare confronti elettorali a due dove non c’è l'indicazione diretta del presidente del consiglio. Ma per queste Europee sta accadendo di più, una vera enormità. Non solo c’è il sistema proporzionale ma Meloni e Schlein insieme non fanno neppure la metà degli elettori italiani.
Quel faccia a faccia sarebbe una grandissima distorsione della par condicio e una truffa ai danni degli elettori", sottolinea l'ex ministro. Al combinato disposto di sistema proporzionale e assenza di indicazione diretta del 'premier', Riccardo Magi aggiunge l'accusa alle due leader di "truffare gli elettori" dato che Meloni e Schlein "si candidano per non andare davvero a Strasburgo". In questo modo, aggiunge il segretario di Più Europa, "falsano completamente la rappresentazione di questa tornata elettorale, trasformandolo in un sondaggio per il gradimento dei leader di due partiti e basta. Mortificante per il servizio pubblico, per gli italiani e probabilmente anche per le stesse Schlein e Meloni". Da qui l'appello di Magi alle due contendenti: "Si sottraggano a questo confronto a due e favoriscano il dibattito tra tutte le liste".