AGI - Nell'Aula della Camera è iniziata la discussione generale sul ddl per l'attuazione dell'autonomia differenziata, già approvato dal Senato. Paolo Emilio Russo (FI), relatore per la maggioranza, nel suo intervento ha ricordato che il ddl si compone in 11 articoli e che nel testo vengono richiamati i principi di "rispetto di unità nazionale, il principio del rispetto di unità giuridica ed economica e di coesione economica, sociale e territoriale anche con riferimento all'insularità e l'attuazione del principio di decentramento amministrativo. Non ci sono fughe in avanti - ha scandito - viene infatti stabilito che l'attribuzione di funzioni in materie riferibili ai diritti civili e sociali, che devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale, è consentita subordinatamente alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, i Lep" e che tali livelli "indicano la soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono il nucleo invalicabile per rendere effettivi i predetti diritti" in tutto il Paese "superando i divari territoriali".
Per Alberto Stefani (Lega), altro relatore per la maggioranza, "si tratta di una riforma storica che si sviluppa nel pieno solco della Costituzione". L'autonomia "è garanzia e tutela dei diritti civili e sociali, i diritti che toccano il cuore dello Stato", ha insistito.
Autonomia, iniziata stamattina la discussione generale in Aula alla Camera dei Deputati. Avanti tutta! pic.twitter.com/Tn095sTJkV
— Lega - Salvini Premier (@LegaSalvini) April 29, 2024
Calderoli, ci siamo!
"Autonomia in Aula alla Camera, ci siamo!!" Così il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli festeggia sui social l'avvio della discussione generale a Montecitorio sul ddl Autonomia, già approvato dal Senato. Calderoli pubblica una sua foto con l'ordine del giorno della seduta odierna.
Movimento 5 stelle in flash-mob davanti Palazzo Chigi
Il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, e alcuni parlamentari e candidati alle europee pentastellati hanno tenuto un flash mob davanti a Palazzo Chigi contro l'autonomia differenziata.
'Giorgia da patriota a secessionistà, 'Prima tagliate la sanità ora tagliate l'Italià, 'No all'autonomia, l'Italia non si spaccà sono alcuni slogan scritti sui cartelli mostrati dai partecipanti all'iniziativa. "Con l'autonomia questo governo spacca in Paese e condanna le aree depresse a maggiori tagli per quanto riguarda gli ospedali e i servizi. Giorgia Meloni sta svendendo il Paese per i voti sul premierato, per avere pieni poteri, e quindi da patriota diventa secessionista. Ma noi la fermeremo, la combatteremo in ogni modo" ha detto Giuseppe Conte, presente in piazza.
Cgil in presidio al Pantheon
"Oggi, lunedì 29 aprile 2024, dalle ore 15 alle 18, saremo in presidio al fianco dei Comitati "No Autonomia Differenziata", in piazza della Rotonda (Pantheon) a Roma contro il disegno di legge 1665 proposto dal ministro Calderoli e per esortare i deputati, a partire da quelli eletti nel Lazio, a proteggere la struttura costituzionale e i diritti delle cittadine e i cittadini". Cosi', in una nota, Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio. "Invece di mettere in campo scelte politiche che guardano al superamento dei divari e all'attuazione della Carta Costituzionale - continua - si sta prendendo la direzione di aggravare le disuguaglianze che già oggi esistono tra le diverse aree del Paese nell'accesso ai più basilari diritti di cittadinanza, come quello alle cure e alla salute".
"Ci aspettiamo di trovare in piazza, insieme a tante cittadine e cittadini, anche i rappresentanti delle amministrazioni locali perché l'autonomia differenziata, se approvata, avrà pesanti ricadute negative sulla Capitale e sulla Regione Lazio", conclude Di Cola. Al presidio è prevista anche la partecipazione di una delegazione dei deputati del Partito democratico.
Pd, forzate regole democratiche, Camera passacarte
"La Camera non ha avuto opportunità di lavorare ed esaminare in modo approfondito il ddl Autonomia. La Camera dei deputati è stata ridotta a passacarte degli accordi di maggioranza siglati al Senato. Siamo davanti a un grave precedente che temiamo si ripeterà a breve con il testo sul premierato che arriverà blindato". Cosi' la capogruppo democratica nella commissione affari costituzionali della camera, Simona Bonafè, che ha aggiunto: "Il governo sta modificando radicalmente l'assetto delle istituzioni democratiche e lo sta facendo imponendo una vera e propria dittatura della maggioranza: è molto grave, siamo a una forzatura mai vista delle regole democratiche. Tempi di discussione contingentati, voti non riconosciuti, resoconti parlamentari non veritieri, votati solo il 2% degli emendamenti presentati, assenza di interventi da parte della maggioranza: le modalità con cui avvenuto l'esame dovrebbe imporre un immediato stop dei lavori".
Speranza, provvedimento che aumenta la disuguaglianza
"Oggi alla Camera inizia la discussione generale sull'autonomia differenziata. È un provvedimento devastante che spaccherà l'Italia e aumenterà drammaticamente le diseguaglianze". Lo scrive sui social l'ex ministro della Salute e deputato Pd, Roberto Speranza.
Carfagna, contrasta la Costituzione sotto vari aspetti
"Noi siamo favorevoli all'autonomia differenziata, a patto pero' che sia realizzata nel rispetto della Costituzione. E invece questo provvedimento, per l'impostazione data dal ministro Calderoli, contrasta con il dettato costituzionale sotto diversi profili". Lo ha detto in Aula alla Camera Mara Carfagna, presidente di Azione, intervenendo in discussione generale sul ddl per l'attuazione dell'autonomia differenziata.
"Tanti - ha aggiunto - sono i profili problematici. Il primo riguarda i livelli essenziali di prestazioni: non c'è alcuna garanzia che i Lep saranno finanziati. E allora, se si pone l'asticella dei Lep verso l'alto, le risorse, data la clausola di invarianza di spesa, si potranno trovare solo aumentando le tasse o tagliando le spese. Se invece si pone l'asticella verso il basso, senza quindi la necessità di trovare nuove risorse, continuerà a valere il criterio di riparto iniquo che è la spesa storica, con la cristallizzazione dei divari esistenti e l'introduzione della discriminazione per residenza. Altro profilo problematico, la totale assenza di meccanismi perequativi e compensativi. Con l'aggravante che un fondo perequativo c'era, ma il governo lo ha quasi azzerato. Insomma, non c'è il finanziamento dei Lep e non c'è la perequazione, mancano cioè le due gambe su cui dovrebbe reggersi l'autonomia differenziata".
"Ancora, prevedere che siano trasferibili alle regioni ben 23 materie significa andare verso una marcata frammentazione delle competenze, quindi verso un aumento della burocrazia: siamo sicuri che sia un affare per cittadini e imprese? Ultime due criticità: il Parlamento viene ridotto a mero notaio di intese siglate tra Stato centrale e Regioni, senza alcuna possibilità di intervenire nè nella fase preliminare di predisposizione degli schemi di intesa nè nella fase successiva; la possibilità per le Regioni che richiedono l'autonomia differenziata di trattenere parte del gettito erariale maturato sul territorio comporterà, lo dice Banca d'Italia, una perdita rilevante per lo Stato di voci importanti di bilancio: come si pensa di compensare questa perdita? Con tagli di spesa? Con aumento delle tasse? I cittadini - ha concluso - hanno diritto di sapere".
Bonelli, Aula discute dopo golpe in commissione
"Dopo gli eventi verificatisi nella Commissione Affari Costituzionali riguardanti il ddl sull'Autonomia Differenziata, è chiaro che questa maggioranza ha nuovamente calpestato la democrazia e le procedure parlamentari. Siamo di fronte a un vero e proprio golpe istituzionale che mina le fondamenta del processo legislativo. Le continue forzature e le evidenti violazioni del normale iter burocratico sono ormai un modus operandi consolidato. Non si parla più di "strappi" occasionali, ma di un atteggiamento che rende inutili ogni tipo di audizione e confronto: una situazione inaccettabile". Cosi' in una nota il deputato di AVS Angelo Bonelli.
"In Commissione, è stata messa in atto una serie di forzature che hanno impedito un adeguato esame del provvedimento. Questa Camera è stata ridotta a semplice passacarte del Senato, privando il Parlamento del suo ruolo essenziale di discussione e analisi. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha dato il nulla osta all'esame del provvedimento in Aula, senza tener conto delle legittime preoccupazioni delle opposizioni, cosi' questa legge è arrivata in aula illegittimamente. Per questi motivi, chiediamo un immediato stop al ddl, questa maggioranza deve rendersi conto che la democrazia non è un'opzione, ma una necessità", aggiunge.