AGI - La piazza don Bosco di Potenza non è gremita, complice il tempo poco clemente, i leader del centrodestra dopo la foto di gruppo e prima di cantare tutti insieme l'inno di Mameli si alternano sul palco per sostenere l'uscente Vito Bardi e per ribadire che l'alleanza è unita. "Governeremo fino alla fine della legislatura, Schlein e Conte si mettano l'animo in pace", dice il leader della Lega Salvini mentre il segretario di Fi Tajani rivendica che "il campo largo è il centrodestra" in riferimento all'appoggio anche dei centristi dell'opposizione al candidato della coalizione di governo in Basilicata.
Ma l'attacco più duro alla sinistra arriva dalla premier Meloni. "È finita la Repubblica delle banane dove i prevaricatori la fanno sempre franca e la sinistra si può stracciare le vesti quanto le pare, non mi interessa fin quanto si straccia le vesti so che sono sulla strada giusta", dice il presidente del Consiglio. La premier risponde agli affondi sull'aborto, sul tema della diffamazione e sulle critiche piovute in quest'anno di governo: "Non credete alle fake news, dicono di noi che litighiamo ma noi al mattino ridiamo di quelle ricostruzioni, tentano di mettere zizzania per rallentare l'azione di governo. L'unico modo per misurare la compattezza di un governo è valutare la velocità con cui riesce a lavorare, e noi in un anno e mezzo abbiamo fatto molto più di quanto fatto dai governi di sinistra tenuti insieme con lo scotch", osserva.
"Siamo diventati la capitale mondiale delle fake news", il 'refrain'. "L'Italia, pur in una situazione esplosiva, sta facendo meglio di altri paesi europei. Non è più fanalino di coda, le nostre scelte hanno funzionato", la rivendicazione.
"La sinistra non faccia la morale sul fisco e la sanità. Le tasse non sono una cosa bellissima, ma necessaria. Voglio un fisco amico e uno Stato che non vessa", sostiene il presidente del Consiglio. Che poi contrattacca: "Voglio esprimere la mia solidarietà alle forze dell'ordine per le aggressioni subite nelle università, visto che nessun esponente del centrosinistra lo ha fatto, evidentemente perché simpatizza di più con chi li aggredisce".
Ma è soprattutto sul tema dell'autonomia che Meloni vuole ribaltare la narrazione: "Il presupposto dell'autonomia differenziata è l'individuazione dei Lep. Non si toglie alle regioni per dare ad altri, si dà la responsabilizzazione della classe dirigente. Non mi sorprende che coloro che si scagliano" contro l'autonomia "sono quelli che hanno i peggiori parametri. Altro che abbandonare il Sud, ha sbagliato interlocutore chi lo dice. Io credo in un Sud che vuole dimostrare il suo valore". Ed ancora: "Figuratevi se io che credo nell'Italia unita più di ogni altra cosa lascio mezza Italia indietro. C'è stato un divario e siamo noi che lo stiamo combattendo. Io rifiuto l'idea di un Sud Italia che chiede assistenzialismo. Io penso che ci sono due modi di combattere il divario del Mezzogiorno: c'è il metodo del reddito di cittadinanza e c'è il metodo delle infrastrutture di cittadinanza".
Meloni tira dritto: "Fin quando il popolo italiano me lo chiederà, io non mi risparmierò. In questo anno - sottolinea - non avrei fisicamente potuto tentare di lavorare di più. Non lo facciamo per il partito ma lo facciamo per voi, domenica quello che vi chiediamo è se vale la pena continuare a farlo".