AGI - "Un connubio perfetto", recita il sottotitolo del seminario a cui partecipano Elly Schlein e Giuseppe Conte. Un claim che non potrebbe suonare più ironico, in uno dei momenti di più alta tensione nei rapporti fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. L'appuntamento è stato ideato molto prima dell'esplosione del caso Bari e dello 'strappo' tra Conte e la leader dem. L'obiettivo era cementare l'asse fra dem e Cinque Stelle a partire dai temi ambientali: "Acqua e Sole, un connubio perfetto", è il titolo completo dell'iniziativa che si è tenuta nell'Aula dei gruppi di Montecitorio aperto dai due responsabili per il clima e la transizione ecologica dei due partiti, Annalisa Corrado per i dem e Gianni Pietro Girotto per il M5s. E invece. Elly Schlein arriva a Montecitorio prima di Conte e assiste a buona parte dei lavori. Rimane seduta al suo posto anche quando il seminario sta finendo e Conte non è ancora comparso nell'aula. I relatori sembrano prendere tempo, la segretaria vuole attendere l'omologo M5s. E Conte restituisce la cortesia salutandola e ringraziandola dal palco.
Il tono è cortese, i due leader si scambiano sorrisi e, per un breve momento, posano assieme sul palco. Si percepisce, tuttavia, una certa freddezza lascito di giorni di polemiche infuocate. Il primo passo verso la ripresa del dialogo è fatto, anche se è ancora presto per parlare di disgelo. In Parlamento, specie nel fronte Pd, permangono musi lunghi e mugugni. Al contrario, i livelli locali continuano a cercarsi come dimostra l'incontro informale fra gli esponenti toscani di Partito democratico e Movimento 5 Stelle a Montecitorio. Un primo sondaggio per valutare se ci siano le condizioni per presentarsi assieme alle elezioni amministrative nella regione e, soprattutto, a Firenze. Al vertice, che si è svolto in una sala della Camera dei Deputati, partecipano gli esponenti della segreteria dem Davide Baruffi e Igor Taruffi, la Cinque Stelle Paola Taverna, il deputato M5s Andrea Quartini, il segretario regionale del Pd, Emiliano Fossi, il responsabile enti locali del Pd Toscana, Stefano Bruzzesi. Al termine dell'incontro, alcuni dei partecipanti parlano di "clima positivo" fra i partiti: "Un primo faccia a faccia interlocutorio al quale potrebbero seguirne degli altri".
Il nome in campo per i dem a Firenze rimane quello di Sara Funaro, viene sottolineato. Soltanto quattro giorni fa, Pd e M5s hanno trovato l'accordo a Prato, con la candidata dem Ilaria Bugetti. A questo si aggiunge quanto accade in Sardegna, con la composizione della Giunta regionale da parte di Alessandra Todde. La governatrice M5s ha usato il bilancino nel distribuire le deleghe, con due assessorati di peso ai Cinque Stelle (Sanità e Lavoro), e tre al Pd, al quale è andata anche la vicepresidenza della Giunta e la presidenza del Consiglio Regionale. Un 'doppio standard' fra livello nazionale e livello locale che sembra rispondere alla doppia sfida che attende i due partiti. Quella delle europee, dove si vota con proporzionale e preferenze, e quella delle amministrative, dove è necessario coalizzarsi se si vuole avere qualche speranza di vittoria.
La leader dem è attesa, anzitutto, dal primo appuntamento che, salvo sorprese, la vedrà in campo in prima persona. La direzione chiamata a sciogliere i nodi sul tavolo, cominciare da quelli dei capolista, non è stata ancora convocata, ma fonti parlamentari del Pd scommettono che la leader dem non attenderà il 28 aprile, termine ultimo per presentare le liste, ma convocherà il parlamentino del partito fra il 15 e il 18 del mese. Per quello che riguarda le teste di lista, gli occhi sono puntati a Stefano Bonaccini: se il presidente dell'Emilia-Romagna porrà come condizione alla sua candidatura quella di essere schierato in cima alla lista Nord Est salterà lo schema delle cinque donne capolista. Bonaccini, infatti, prenderebbe il posto di Annalisa Corrado in quella circoscrizione, con Cecilia Strada a guidare la lista del Nord Ovest. Al centro, il nodo riguarda Nicola Zingaretti, che compete con Camilla Laureti e Dario Nardella nel ruolo di capolista, senza dimenticare Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire sul quale Schlein ha deciso di puntare per rinsaldare il legame con l'elettorato cattolico. Al Sud non dovrebbero esserci invece problemi per Lucia Annunziata e nelle Isole il nome su cui si punta è quello di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che figura fra gli eurodeputati uscenti. In questo schema, il nome di Schlein dovrebbe comparire più in fondo nelle liste: fra il terzo e il quarto posto, a seconda dello schema che sarà scelto.