AGI - "Se ci sono giornalisti terzi e imparziali è un conto, ma se ci sono giornalisti che sono in realtà opinionisti, che più che fare domande offrono risposte, devono rientrare nelle regole della par condicio al pari dei politici. O si sostiene che in campagna elettorale si confrontano solo i politici nei vari programmi di approfondimento, oppure ci devono essere regole che garantiscano a chiunque partecipi di farlo nel rispetto delle regole sul pluralismo". Maria Elena Boschi non cede sulla sua proposta e rilancia, su Libero, la necessità di modificare la disciplina sulla par condicio in modo da "garantire che i cittadini possano formarsi una loro opinione in modo libero e tutti i candidati possano avere le stesse opportunità in vista del voto".
"Non vedo perché - aggiunge la parlamentare Iv - si debba applicare solo agli esponenti politici e non a chiunque possa, con le proprie opinioni politiche, influenzare i cittadini, anche in modo significativo. Del resto, la mia proposta è scrivere nella delibera della Vigilanza Rai almeno quanto prevede lo schema della delibera Agcom, ossia che occorre considerare ai fini della par condicio 'qualsiasi persona chiaramente riconducibile ai partiti o alle liste concorrenti' e anche le 'posizioni di contenuto politico espresse da soggetti e persone non direttamente partecipanti alla competizione elettorale'". Dunque, applicare le maglie della par condicio in Rai anche ai giornalisti cosi' da "squarciare il velo dell'ipocrisia".
"È evidente che i commentatori possano influenzare l'opinione pubblica quanto gli esponenti politici. Anzi, forse di più, perché - rileva ancora Boschi - giocando sul ruolo di apparente terzietà alcuni rischiano di essere più convincenti di tanti politici, senza contare che alcuni opinionisti sono ormai diventati veri e propri personaggi televisivi e sui social hanno moltissimi followers". "Da tempo trasmissioni tv invitano giornalisti a sostenere differenti tesi politiche, lo sanno tutti. E allora - rilancia - perché non farlo in modo trasparente e regolamentato almeno in periodo di par condicio?".
A sostegno di Boschi si schiera, sempre a da Iv, il capogruppo al Senato, Enrico Borghi, osservando che "evidentemente Boschi ha colpito nel segno" perché "se c’è così tanto nervosismo sulla sua proposta - annota - significa che il tema da lei sollevato sulla necessita' del pluralismo e della parità di opportunità nella diffusione delle opinioni, che rimpiazzi la logica del pensiero unico salottiero in voga, è un tema reale e fondato. Solidarietà a Boschi". Critica invece Marco Travaglio, che "con il suo comportamento ed i suoi 'apprezzamenti', voleva confermare la bontà della proposta di Maria Elena Boschi", Isabella De Monte (Az) che su X osserva ancora: "Sì, il direttore del Fatto Quotidiano ha proprio ragione: la par condicio va applicata anche per i giornalisti schierati. Per intenderci i seminatori di fakenews, come lui". "Come è giusto che sia, anche voi avete le vostre convenzioni politiche, alcuni hanno una fede politica, altri sono ultras di appartenenza, quindi è bene, nelle democrazie, che ci debba essere sia la maggioranza che l'opposizione. Mi sembra una cosa molto di buon senso", è invece la posizione di Daniela Santanchè. "Non sono mai contro qualcuno - precisa la ministra - ma sono a favore di qualcosa. Nelle trasmissioni televisive ci deve essere una par condicio, nel senso che devono essere rappresentati tutti. I giornalisti - rileva ancora - non è che, come dire, vengono giù dal pero...".