AGI - "È un errore far prevalere la campagna elettorale rispetto all'ipotesi di divisione del centrodestra, è l'unico favore che si può fare veramente alla sinistra". È un nuovo appello a non alimentare scontri interni alla coalizione quello che rilancia la premier Meloni che oggi è stata a Campobasso e a Potenza per firmare i patti di coesione che garantiscono fondi al Molise e alla Basilicata. Nell'alleanza di governo ci sono tre forze che risiedono in famiglie diverse e il dibattito è su come posizionarsi in vista delle Europee. Dopo l'evento organizzato da Identità e democrazia a Roma, durante il quale il segretario della Lega Salvini ha ribadito il suo no all'appoggio a von der Leyen e le critiche nei confronti della Francia per l'atteggiamento sulla guerra tra Ucraina e Russia, il presidente del Consiglio ha gettato acqua sul fuoco. "Siamo tutti in campagna elettorale e le campagne elettorali io le capisco. Dopodichè non sono preoccupata. Tutti sanno in Italia e all'estero che se c'è una che non ha mai governato e non governerà mai con la sinistra si chiama Giorgia Meloni", ha tagliato corto. La premier era stata tirata in ballo direttamente da Marine Le Pen.
"Tutti sanno qual è la strategia che ho in Europa e do per scontata che sia condivisa da tutte le forze di maggioranza, quella di portare una maggioranza di centrodestra anche in Europa", ha fatto notare il capo dell'esecutivo che ha confermato la volontà di sciogliere la riserva sulla sua discesa in campo all'appuntamento di giugno solo all'ultimo momento utile.
"Ho detto che deciderò alla fine", ha ribadito. Ma il suo obiettivo principale è far si' che in una sfida che si giocherà con il proporzionale il centrodestra non faccia autogol. Sostegno a von der Leyen o no? "Il tema non è il presidente della commissione, il tema è la maggioranza che sostiene il presidente della commissione perché è quella maggioranza che decide le politiche che si fanno in Europa", ha detto Meloni.
A stretto giro si è espressa la Lega che - ha evidenziato come da mesi "auspica un centrodestra unito, in Europa come in Italia".
"Purtroppo, fino a oggi - ha sottolineato - "sono arrivati solo veti sulla Le Pen e sugli alleati della Lega. Speriamo che nessuno, nella coalizione che guida il Paese, preferisca governare l'Ue con Macron e i socialisti, piuttosto che con la Lega e i suoi alleati". Anche il segretario di FI Tajani è tornato sull'iniziativa promossa sabato nella Capitale con Salvini e i partiti sovranisti europei, sostenendo che l'alleanza di centrodestra è solida e che il governo va avanti.
"Questo - ha osservato - non è un governo sovranista, è un governo di centrodestra che ha al suo interno Forza Italia, presenza forte nel partito popolare europeo. Una forza fortemente europeista". E ancora: "Non è questione di Le Pen o non Le Pen. Noi non stiamo nè con Le Pen nè con Afd. Noi siamo europeisti, siamo per la Nato e seguiamo la nostra linea".
Sul tema delle alleanze in Europa il vicepremier e ministro degli Esteri ha affermato di non voler fare polemiche: "Non è utile. Gli elettori di centrodestra non vogliono polemiche. Noi siamo il Ppe e non c'è nessun accordo di governo che ci obbliga a fare parte della stessa famiglia. Io sono convinto che il Ppe vincerà le elezioni. Il trattato prevede che il presidente della commissione vada al partito che vince le elezioni. Se c'è qualcuno che ha guidato in Europa l'alternativa alla sinistra sono stato io nel 2017". Le parole di Salvini su Macron? "Non è il mio linguaggio".
"Io capisco che Salvini voglia coprire lo stesso spazio elettorale delle Europee del 2019, che però si tennero in una fase storica molto diversa da questa. È legittimo. Però non va mai dimenticato che l'altro piano su cui dobbiamo muoverci è quello interno, del governo", ha detto il leader di Noi Moderati, Lupi, in un'intervista al Corriere della Sera.